di Cristina Bartelli 

 

Polizze vita Credit Suisse, a rischiare potrebbe essere anche la banca. Non ci sono solo 5.000 nomi di contribuenti italiani, donne più che uomini, sotto la lente della procura di Milano, sulla vicenda delle polizze vita in odore di elusione fiscale.

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, si starebbe ragionando se addirittura si possa arrivare a configurare una responsabilità diretta anche per la banca elvetica.

Il ragionamento parte dalla numerosità delle polizze e dei loro importi che variano da qualche centinaia di migliaia di euro a milioni di euro.

Il rischio è che tra queste polizze ci possano essere clienti che hanno affidato alla gestione della banca non semplicemente proventi frutto di elusione fiscale ma anche di fondi dalla provenienza non chiara. La conseguenza è che per la banca si potrebbe profilare quanto meno un difetto di adeguata verifica della clientela ai fini dell’antiriciclaggio, o addirittura un concorso in autoriciclaggio.

La fattispecie è di nuova introduzione per l’ordinamento penale italiano e in linea teorica anche i clienti Credit Suisse, nella lista in mano alla procura, che non si avvarranno della procedura di collaborazione volontaria, o perché bloccati dall’accertamento fiscale o perché non la faranno, anche con una semplice movimentazione potrebbero essere chiamati a rispondere di questo reato. Ipotesi al momento di scuola, in quanto secondo quanto risulta a ItaliaOggi i conti sono di fatto sotto sequestro, bloccati e intoccabili.

Di recente il procuratore di Milano, Francesco Greco, intervenendo a un convegno organizzato dal comune di Milano proprio in tema di antiriciclaggio (si veda ItaliaOggi del 14/4/2015) aveva indicato in 5.000 i nomi di correntisti di una banca elvetica passati al setaccio in questi mesi dalla procura. Il numero dei correntisti è in netto aumento rispetto all’indicazione che sempre la procura ha fatto, nel bilancio sociale del tribunale di Milano, con riferimento al caso Credit Suisse, lo scorso dicembre, quando nella lista erano presenti un migliaio di polizze mantello.

Strumenti che sotto la previsione assicurativa nascondevano, secondo le indagini della procura, un mandato di gestione per dribblare la normativa fiscale e per fare incassare denaro all’estero evitando di pagare le tasse, come l’euroritenuta, la tassazione applicata ai capitali e gli interessi depositati in Svizzera.

Per la procura lo schema elusivo avrebbe un valore di circa 8 miliardi di euro sottratti alla tassazione del fisco italiano.

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