Secondo le stime del broker Aon-Benfield, aggiornate alle informazioni disponibili fino a gennaio 2015, il capitale a disposizione del settore riassicurativo mondiale alla fine del terzo trimestre 2014 ammontava a 575 miliardi di dollari, il 6,5% in più rispetto all’ammontare registrato a fine 2013 (540 miliardi).

Nonostante il ritorno a livelli storicamente contenuti dei costi assicurativi generati dalle catastrofi naturali, scesi a meno di 40 miliardi di dollari dal picco di oltre 130 registrato nel 2011, proseguirebbe il trend di crescita della capacità riassicurativa che dura ormai da oltre sei anni.

Il fenomeno è apparso così in contrasto con il normale andamento del ciclo riassicurativo osservato negli ultimi decenni tanto da accreditare tra gli analisti la teoria del consolidamento di un nuovo equilibrio di lungo periodo (new normal) del costo del capitale di rischio su livelli significativamente più contenuti. Il clima di moderazione nei prezzi della riassicurazione (nelle sue varie forme) non si tradurrebbe in una maggiore dinamica della domanda da parte degli assicuratori primari, la cui disponibilità di capitale è cresciuta nel corso degli ultimi anni in modo del tutto analogo a quanto mostrato dall’evoluzione del capitale della riassicurazione. 

È continuata ad aumentare la quota di capitale alternativo sul totale, in ragione della crescita di oltre il 25% rispetto al 2013 del capitale accumulato attraverso strumenti non tradizionali, come cat bonds, sidecars, cartolarizzazioni. Alla fine del terzo trimestre del 2014 l’ammontare in essere di queste tipologie di capitale raggiungeva quasi i 70 miliardi di dollari, il 25% in più rispetto alla fine del 2013. Particolarmente vivace è stata l’attività di emissione di cat bonds. Nel 2014 sono state effettuate 27 emissioni, canalizzando una raccolta pari oltre 8 miliardi di dollari e riportando i volumi conseguiti nell’arco dell’anno su livelli analoghi al picco registrato immediatamente prima della crisi. Alla fine del 2014 il capitale assicurato con questa classe di strumenti era pari quasi 23 miliardi di dollari (il 31 dicembre 2013 erano 18,5).

La grande maggioranza delle emissioni è stata effettuata a copertura del rischio di danni alle cose causati da uragani, inondazioni e terremoti, soprattutto nell’America del nord. Una piccola ma significativa porzione del capitale raccolto era a copertura di rischi salute e vita. Gli spread offerti all’emissione mostrano ampie differenze – tra 200 e 975 punti base rispetto ai benchhmark – in funzione dei rischi coperti, del tipo di parametro selezionato e del rating, se presente. Negli ultimi anni la crescente liquidità del mercato e la maggiore dimestichezza degli operatori nei confronti di questi prodotti hanno esercitato notevole pressione al ribasso sul loro rendimento; è verosimile che tale tendenza prosegua anche nel prossimo futuro.  

L’andamento dei prezzi dei cat bonds nel mercato secondario è stato positivo e relativamente stabile nel tempo. L’indice sintetico dei prezzi di questi titoli – rilevato a partire dal 1997 dal riassicuratore Swiss RE – si è evoluto in modo positivo negli ultimi anni. Tra il 2002 e il 2014 il rendimento medio annuo (comprensivo delle cedole) dei cat bonds è stato pari all’8,3%, in linea con l’andamento dell’indice High Yield di Barclay’s (+8,2%) e superiore a quello dell’indice azionario S&P 500 (+6,5%).

Fonte. ANIA Trends