Attualmente in Italia solo il 36,3% delle imprese è puntuale nei pagamenti (la peggior performance degli ultimi cinque anni), ma non si registra più un aumento dei ritardi. È quanto risulta dallo studio sui pagamenti Cribis D&B, che sottolinea però come sarà difficile ritornare ai ritmi precedenti alla crisi. Il 48% paga con 30 giorni al massimo di ritardo, mentre stabile al 15,7% la quota di chi salda le fatture oltre un mese dopo la scadenza, un valore che però è quasi tre volte il dato di fine 2010. E non si prevedono a breve inversioni di rotta. L’analisi dei pagamenti per dimensione aziendale sfata alcuni luoghi comuni: le imprese più affidabili dal punto di vista commerciale sono quelle micro, con una concentrazione del 37,4% nella classe di pagamento alla scadenza. Parallelamente però le piccolissime ditte sono anche quelle che presentano il maggior numero di pagamenti con oltre un mese di ritardo (17,4%), con un peggioramento del +200% rispetto al 2010. Andamento opposto per le grandi imprese, virtuose solo nel 16,1% dei casi ma in grave ritardo in una percentuale pari alla metà (8,4%). Situazione intermedia per le pmi: percentuali di ritardi gravi del 10,1%, pagamenti regolari al 35,6%. Il Nord-Est è la macro-area geografica più affidabile, con il 45,6% di pagamenti regolari e solo l’8,8% oltre i 30 giorni, mentre le imprese meridionali mostrano difficoltà: solo il 22,4% di pagatori regolari e il 27,3% in ritardo significativo. Il Nord-Ovest è pochi punti percentuali sotto le performance del Nord-Est: il 43% delle imprese è puntuale, il 10,1% paga con gravi ritardi. Più in difficoltà gli operatori nel Centro: la metà (50%) paga entro i 30 giorni, il 31,5% alla scadenza e il 18,5% oltre un mese. Tra le regioni, l’Emilia-Romagna si conferma un’eccellenza in tema di pagamenti commerciali con quasi la metà (46,6%) di imprese puntuali. Seguono il Veneto con il 46,1% e la Lombardia con il 46%. Situazione opposta per Calabria, Campania e Sicilia, che occupano le ultime posizioni nel ranking nazionale con quote tra il 18,9 e il 21,3% di buoni pagatori. Eterogeneo l’andamento dei settori: il comparto dei servizi finanziari è quello che gode di miglior salute con il 48,5% di performance virtuose a fronte di un 10,4% di ritardi gravi. Bene anche i servizi (40,8% di imprese puntuali). Preoccupano le difficoltà del commercio al dettaglio, che rischiano di condizionare l’andamento di tutte le filiere produttive a monte: appena il 25,4% delle imprese del comparto è puntuale a fronte di un 24,6% di ritardatari gravi.