di Paola Valentini

I risparmiatori italiani non si rassegnano ai tassi a zero perché le aspettative di rendimento restano molto alte. «Alla luce del buon andamento dei mercati finanziari negli ultimi tempi, gli investitori hanno una view positiva sui rendimenti ottenibili nel 2015», afferma Antonio Bottillo, country head ed executive managing director per l’Italia di Natixis Global Asset Management.

Che ha condotto una ricerca a livello globale tra gennaio e febbraio di quest’anno su 7 mila investitori di 17 Paesi dei quali 500 in Italia. Dallo studio emerge che in Italia gli investitori affermano di aver bisogno di rendimenti medi del 9,1% all’anno sopra l’inflazione, una cifra ben al di sopra dei rendimenti medi annuali dei mercati registrati negli ultimi 100 anni. Per avere performance in un contesto come l’attuale di titoli di Stato con tassi ai minimi, è necessario assumersi un rischio più elevato. Ma, dal sondaggio di Natixis Am emerge che i risparmiatori italiani, pur volendo più rendimento, non optano per asset più rischiosi. «Questa elevata e storicamente non realistica aspettativa di guadagno è in contrasto con il comportamento degli investitori e la loro consolidata avversione al rischio», spiega Natixis Am. È infatti pari soltanto al 52% la quota degli investitori italiani disposto ad assumersi più rischio rispetto a un anno fa, il 65% non ha obiettivi finanziari chiari e solo il 31% ha costruito un piano finanziario per raggiungerli. «Molti risparmiatori non hanno ancora pianificato, non intendono assumersi rischi o non hanno una chiara comprensione del rischio di portafoglio. Dobbiamo partire da questo quadro», prosegue Bottillo, «per aiutare gli investitori a definire in maniera più chiara i loro obiettivi e il rischio che devono assumersi per identificare meglio un piano finanziario per il futuro». E con azioni e bond sui massimi, sulla scia delle politiche monetarie delle banche centrali, la situazione si complica. «Qualcosa deve cambiare», continua Bottillo, «i mercati hanno raggiunto nuovi massimi e gli investitori si sentono più fiduciosi sulle performance del portafoglio. Ma senza un piano c’è il rischio che i risparmiatori non raggiungano i propri obiettivi. Se vogliono ottenere rendimenti, gli investitori devono accettare di doversi assumere qualche rischio». Non a caso promotori e consulenti finanziari sono a caccia di formule da proporre ai risparmiatori per soddisfare le attese di rendimento. A patto però di tenere sotto controllo il rischio, perché oggi più che mai con i tassi ai minimi è facile lasciarsi prendere la mano. «I dati mostrano come gli italiani, più che altrove, sono alla ricerca di soluzioni che possano ottenere rendimenti più alti, offrendo al contempo una protezione dalla volatilità di mercato», prosegue Bottillo.

Numeri alla mano la survey rivela che i risparmiatori stanno ricercando nuove strategie di portafoglio che possano aiutarli a proteggere meglio i loro portafogli dai mercati volatili (82% in Italia, 76% a livello globale), diversificare i rischi (87% in Italia, 76% globalmente), generare fonti di rendimento nuove e durevoli (83% in Italia, 77% a livello globale). «Un uso più intelligente delle asset class tradizionali, gli investimenti non tradizionali e tecniche di gestione alternative possono aiutare a diversificare le fonti di rendimento e a controllare meglio i rischi del portafoglio», spiega Bottillo. «Il 61% degli italiani intervistati dichiara di essere disponibile a considerare gli investimenti alternativi se fosse il proprio consulente a suggerirlo». Un’apertura che viene cavalcata dalle reti e dalle società di gestione che iniziano a proporre oggi con maggior forza ai risparmiatori retail soluzioni sempre più vicine al mondo delle gestioni alternative, tipiche degli hedge fund o comunque dei grandi portafogli istituzionali.

Ad esempio Lemanik Sicav ha appena incluso nella sua gamma il fondo Global Strategy , in arrivo Zest Sicav. Il comparto rientra nella categoria degli alternativi global macro ed è oggi sottoscritto da oltre 40 investitori istituzionali in otto Paesi europei. E di recente proprio Natixis Global Am, tramite H2O Am, ha lanciato in Italia quattro fondi a portata di risparmiatore che si collocano a metà tra investimenti tradizionali e alternativi. Sempre in tema di credito, i comparti di Muzinich & Co, società Usa specializzata in corporate credit e high yield, finora usati soltanto dagli istituzionali, ha siglato un nuovo accordo di collocamento con Banca Sella. (riproduzione riservata)