di Andrea Secchi 

L’e-commerce in Italia crescerà ancora a due cifre nel 2015, con un tasso del 15% per superare i 15 miliardi di euro. Questo prevede l’Osservatorio e-commerce b2c di Netcomm e del Politecnico di Milano presentato ieri durante il forum annuale organizzato dal consorzio del commercio elettronico italiano.

Si tratta di una crescita a due cifre che prosegue dal 2010 (+16% nel 2014 a 13,1 mld; +18% nel 2013; +19% nel 2012) e con un valore assoluto che comincia ad avere un certo peso, sebbene la Penisola abbia notevoli potenzialità (o sia molto indietro, dipende dai punti di vista).

Roberto Liscia, il presidente di Netcomm, ieri ha ricordato infatti ancora una volta come «l’e-commerce italiano sia solo il 3% della quota di mercato europea», e i suoi 15 miliardi si confrontino con i 122 miliardi del Regno Unito, i 70 miliardi della Germania, i 56,8 miliardi della Francia, che messe insieme rappresentano il 60% delle vendite di e-commerce nel vecchio continente. «Le imprese italiane che vendono online sono oggi solo il 4% del totale», ha detto Liscia, «l’accesso alla banda larga rimane carente e la copertura finanziaria per gli investimenti necessari sono ancora un interrogativo non risolto».

L’accento è sul made in Italy apprezzato nel mondo e su quel bacino di oltre 1 miliardo di consumatori che abitualmente compra online. E i dati a livello globale parlano di 2.100 miliardi di dollari di fatturato online a fine 2015, +14%, il 5% sul totale delle vendite retail.

 

Il fenomeno mobile si conferma anche quest’anno. Gli acquisti tramite smartphone secondo le previsioni cresceranno quest’anno del 69% arrivando a 1,8 mld di euro contro 1,08 mld dello scorso anno (+77%). Una porzione ancora piccola del totale, ma il valore è triplicato in due anni e c’è da aspettarsi che continui su questa strada.

 

Per quanto riguarda i settori, il turismo resta sempre il primo in termini di vendite online, anche se lascia spazio agli altri comparti. La quota sul totale sarà del 37% nel 2015 (39% nel 2014) e la crescita del +9% per un valore di 5,5 miliardi. Segue l’abbigliamento (15% del totale e +23% di crescita), l’informatica e l’elettronica (13% del totale e +26%), le assicurazioni piuttosto stabili (8% e +2%), l’editoria al 3% (+21%), il grocery all’1% (+21%).

Poi un aggregato delle altre voci (in totale il 23% del mercato, +23%), con qualche numero interessante su quelli che Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio, chiama settori emergenti nell’e-commerce: «l’arredamento che raggiunge quota 350 milioni di euro, +75% rispetto al 2014, e il food&wine enogastronomico che sfiora i 260 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Ne sta beneficiando soprattutto la vendita di prodotti, che nel 2015 pareggerà quella di servizi, passando dal 46 al 50% delle vendite online da siti italiani».

Turismo e abbigliamento, infine, si confermano i due comparti che spingono maggiormente l’export dell’e-commerce italiano, portando a una crescita del 18% nel 2015 e a raggiungere una quota superiore ai 3 miliardi di euro.

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