Il pil torna a salire e per Roehler, ceo di Allianz Italia, a vincere saranno le compagnie più tecnologiche. Il mercato resta positivo, anche con la ripresa dei sinistri Rc Auto. E piace molto pure il mattone

di Anna Messia 

L’Italia ha grandi potenzialità economiche e le imprese del made in Italy sono un asset importante. È un Paese in cui il settore assicurativo ha forti spazi di crescita. E a vincere la sfida saranno le imprese che si muoveranno per prime verso la trasformazione tecnologica. Ovvero i cosiddetti front runner, come li definisce Klaus Peter Roehler, membro dell’Allianz  International Executive Commitee e da gennaio dell’anno scorso numero uno della compagnia in Italia.

Certo le sfide non mancano. Da Solvency II alle difficoltà di operare in un contesto di tassi bassi, con le compagnie che devono trovare nuovi investimenti per riuscire a far fronte agli impegni presi con gli assicurati e continuare ad attrarre clienti per non frenare il boom di raccolta Vita registrato negli ultimi anni. Mentre nel Danni stanno già arrivando i primi segnali d’inversione del trend, con i sinistri che tornano ad aumentare. Ma l’Italia, è convinto Roehler, continuerà a dare ottime soddisfazioni, come hanno dimostrato i risultati 2014 con Allianz  pronta a giocare un ruolo importante di investitore per il Paese, nelle assicurazioni ma anche in settori collegati, come l’immobiliare.

Domanda. Dottor Roehler, partiamo dai numeri. Il 2014 è stato da record per la raccolta di Allianz  Italia, anche se l’utile operativo ha rallentato un po’. Come mai?

Risposta. È vero. Il contributo dell’Italia alla crescita profittevole del gruppo Allianz  è stato particolarmente rilevante.

Abbiamo registrato performance eccellenti: i ricavi hanno raggiunto il livello record di 15,53 miliardi, con una crescita a doppia cifra, in particolare grazie all’eccellente performance del ramo Vita. E abbiamo aumentato i clienti, passati a 7,4 milioni. Performance che dimostrano la solidità del modello di business digitale e multi-accesso, che pone al centro della strategia i clienti e i nostri agenti. Per quanto riguarda il risultato operativo (sceso da a 1,3 a 1,1 mld, ndr) si è trattato di una combinazione di fattori, il principale dei quali è rappresentato senza dubbio dai costi one-off legati all’operazione straordinaria di acquisizione della Milano da Unipol. Al netto di questi fattori, il 2014 si è chiuso quasi in linea con il 2013, che fu un record per utile operativo.

D. Come vede i prossimi mesi per l’Italia e per voi assicuratori?

R. Crediamo che il Paese abbia grandi potenzialità economiche, come evidenziano anche le più recenti previsioni di crescita del pil. Con potenzialità di crescita inespresse per il settore assicurativo. La digitalizzazione rappresenta la più grande opportunità per i front runner, cioè per chi è più avanzato nella trasformazione tecnologica. E comeAllianz Italia possiamo dire di essere a pieno titolo dei front runner, al punto che rappresentiamo una best practice per tutto il gruppo a livello internazionale.

D. A che punto siete?

R. Abbiamo messo al centro della strategia digitale i nostri agenti, che sono e resteranno il canale strategico per la compagnia. Quest’anno entriamo nel vivo della trasformazione, con l’estensione dell’agenzia digitale, la cosiddetta Digital agency a tutta la rete, non solo per il new business ma anche per il portafoglio esistente. Nel corso dell’anno organizzeremo una serie di appuntamenti in cui le agenzie funzioneranno totalmente in digitale, per far provare ad agenti e clienti la digital experience. Anche la rete acquisita da UnipolSai ha già adottato il nuovo strumento con il quale ha chiuso, alla fine dello scorso anno, oltre 667 mila contratti in digitale.

D. Tornando alla raccolta, quanto potrà continuare il boom del ramo Vita?

R. Il trend è ancora positivo. Nel 2014 abbiamo registrato una crescita particolarmente forte. La raccolta è balzata del 34,4% a 11,33 miliardi, trainata dalla forte domanda di prodotti unit linked, che rappresentano il 65% del nuovo business rispetto a una media di mercato del 30% circa. E stiamo continuando a crescere, anche nella prima parte di quest’anno, in particolare sulle unit linked. Una quota che per l’anno in corso puntiamo ad aumentare ulteriormente, grazie alla capacità di mostrare solide performance..

D. Quali sono invece i segnali che arrivano dal ramo Danni?

R. Anche qui siamo andati molto bene. Quello dell’Auto è un mercato caratterizzato da una forte competizione, eAllianz è molto ben posizionata, tanto che siamo stati valutati dall’autorevole Istituto Tedesco Qualità & Finanza la migliore assicurazione Rc Auto tra le compagnie tradizionali. Nel 2014, in Italia, abbiamo sovraperformato il mercato. Abbiamo aumentato, anche al netto dell’operazione straordinaria, la quota di mercato per il terzo anno consecutivo. Mentre nel mercato diretto, Genialloyd è cresciuta del 10,5% e oggi è leader nel comparto, con 1,2 milioni di clienti. Quanto alla profittabilità, il nostro combined ratio dell’82,5% si è confermato ai livelli di eccellenza, nonostante abbiamo abbassato i prezzi di molti prodotti per essere più attrattivi per i clienti.

D. Ma i sinistri nel mercato stanno tornando a salire. Siete preoccupati?

R. In effetti c’è un aumento della frequenza e ci aspettiamo che questo trend continui. Ma rappresenta un segnale positivo dell’economia perché è un indicatore di una più generale ripresa che gli assicuratori non possono che salutare di buon grado. Sono arrivato per la prima volta in Italia nel 2007 e ho trovato un sistema in grande difficoltà: ora è un piacere vedere questi segnali di ripresa.

D. E i bassi tassi vi preoccupano?

R. Il quadro caratterizzato da bassi tassi d’interesse resterà, per usare una metafora nautica, uno dei venti contrari più forti nella navigazione di quest’anno. Sarà necessario adattare costantemente i modelli di business a questo contesto sfidante. A parte un maggiore focus sui prodotti di protezione, sul fronte finanziario emergeranno come prioritari nuovi concetti più flessibili in termini di garanzie. Allo stesso tempo, continueremo le strategie di diversificazione degli investimenti a lungo termine in real asset. In questo quadro generale, per esempio, gli investimenti in infrastrutture sono interessanti, perché possono consentire ad Allianz di dare ai clienti rendimenti appetibili.

D. Che cosa vi interessa in particolare?

R. In occasione dei risultati 2014, il gruppo Allianz a livello mondiale ha aumentato da 80 a 110 miliardi di euro il target sugli investimenti in real asset, investimenti, cioè, che comprendono operazioni di finanziamento del debito o acquisto di azioni di entità che operano nell’immobiliare, nelle infrastrutture e nelle energie rinnovabili. In questo quadro, l’opportunità di investire in infrastrutture supportata dal Decreto Finanza per la crescita dell’agosto 2014 soddisfa le esigenze di rendimento e diversificazione dei portafogli assicurativi.

D. E ci sono opportunità nel mercato immobiliare italiano?

R. Già oggi Allianz  è uno dei player istituzionali sul mercato immobiliare italiano, che rappresenta l’8% del portafoglio totale immobiliare del gruppo pari a 24,7 miliardi. Ma l’immobiliare ci interessa anche perché l’Italia è un mercato chiave per Allianz . Considerando sia il business assicurativo sia l’asset management, l’Italia è per noi il terzo mercato, dopo la Germania e gli Stati Uniti. Qui abbiamo una presenza storica e stiamo investendo significativamente, anche nelle sedi della compagnia a Milano e a Trieste. Nel 2017 trasferiremo il quartier generale di Milano nella Torre Allianz , progettata da progettata dal celebre architetto Arata Isozaki e che abbiamo acquisito da CityLife, torre che è già divenuta una icona nello skyline della città. Per noi, questa scelta è anche un forte investimento nell’immagine e nella comunicazione della compagnia verso tutti gli stakeholder. In parallelo, proseguono i lavori di ristrutturazione della sede a Trieste dove, a fronte di un investimento di circa 40 milioni di euro, il nostro headquarter sarà trasformato in una struttura all’avanguardia e con alti contenuti tecnologici.

D. Con le nuove norme di recente introdotte dal governo le compagnie potrebbero entrare nel mercato del credito diretto. Vi interessa?

R. Faccio l’assicuratore da molti anni e non credo che cambierò mestiere. Mi spiego meglio: il mercato del credito come forma di investimento alternativo è interessante, per quanto ci riguarda. specialmente per le iniziative di project financing. Mentre il mercato dei mini-bond richiede la predisposizione di una infrastruttura munita di competenze e dati idonei alla valutazione delle società finanziate.

D. Ci potrebbe essere qualche opportunità per Allianz  dal riassetto bancario che l’Italia si appresta a realizzare?

R. Immagino che la sua domanda si riferisca alla bancassurance. A tale riguardo, Allianz  ha una partnership di lunga data e di successo con il gruppo Unicredit , di cui siamo pienamente soddisfatti. (riproduzione riservata)