di Andrea Giacobino  

 

Proprio mentre il governo si prepara sia a rinnovare i vertici sia ad avviare il processo di parziale privatizzazione di Poste Italiane, da oltralpe sbarca nel nostro paese un temibile concorrente del gruppo oggi guidato da Massimo Sarmi. La Banque Postale (Lbp), braccio finanziario delle poste francesi, ha infatti chiesto alla Banca d’Italia l’autorizzazione ad operare entro i nostri confini per ciò che riguarda i business della raccolta di depositi «o altri fondi rimborsabili».

La richiesta è avanzata dalla controllata La Banque Postale Home Loan Sfh (Société de financement de l’habitat), che proprio recentemente ha ottenuto da Standard & Poor’s il rating di tripla A con outlook stabile per una emissione di covered bond del controvalore di un miliardo di euro con durata settennale e rendimento dell’1,96%. L’emissione, peraltro, è stata subito sottoscritta avendo ricevuto richieste per 3 miliardi da oltre 120 investitori istituzionali.

Lbp ha 10,7 milioni di clienti che hanno sottoscritto 5 milioni di polizze vita all’interno di un’offerta finanziaria completa, dai mutui ai fondi comuni fino al microcredito. Nel 2013 il volume d’affari è stato di oltre 5,5 miliardi di euro in crescita del 5,7% sull’anno prima, segnando un utile lordo di 854 milioni (+13,1%), con un Core Tier 1 dell’11,4%. Lbp, nata nel 2006, è stata ammessa allo status bancario dal governo francese nel 2008 e due anni dopo, anche grazie a un piano d’impresa redatto con la consulenza di AT Kearney, ha lanciato l’offerta di credito al consumo.

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