Euler Hermes ha prodotto anche un report sui tempi di pagamento e sulle insolvenze, due problematiche destinate a mantenere il carattere di urgenza ancora per diverso tempo. Sul secondo versante, l’anno in corso dovrebbe registrare una nuova crescita del 4% rispetto al 2013, che già era stato un anno particolarmente negativo con un rialzo del 13%, su livelli doppi rispetto al 2007, ultimo anno pre-crisi.

Dato che gli istituti di credito faticano a far quadrare i conti, tra gli esami europei che impongono nuovi accantonamenti e l’aumento dei crediti difficili, continua a essere critica la situazione dei tempi di pagamento. La media dei giorni di incasso (Dso) è salita da 97 giorni nel 2012 a 100 giorni nel 2013 (rispetto ai tempi medi contrattuali di 60 giorni), con una piccola diminuzione prevista per il 2014 (media di 98 giorni).

Michele Pignotti, capo della regione Paesi Mediterranei, Africa e Medio Oriente di Euler Hermes, sottolinea la persistenza di un ritardo tra l’Italia e gli altri Paesi europei, esclusi quelli della periferia dell’Eurozona. Una situazione che si è aggravata a causa «dei dolorosi aggiustamenti economici che questi Paesi hanno dovuto affrontare sin dal 2008 e dell’implicita contrazione della domanda interna che ne è conseguita». Quanto ai diversi settori dell’economia, l’esperto sottolinea che l’edilizia «resta a elevata rischiosità, anche in termini di onorabilità degli impegni finanziari».

Il settore meno puntuale di tutti è quello della carta, con tempi di pagamento medi stimati per l’anno in corso in 119 giorni. Seguono la siderurgia con 110 giorni, la chimica con 107 e la meccanica con 106. La media dovrebbe essere di 98 giorni, in leggero miglioramento rispetto ai 100 giorni calcolati per il 2013, grazie soprattutto al contributo dell’automotive (attesi in media 73 giorni per gli incassi) e delle commodity (95 giorni).

Paolo Antonietti, presidente della Bormioli Rocco, uno dei principali operatori internazionali nel settore del vetro, fa il punto della situazione. «Per quanto ci riguarda, fatturiamo in Italia un terzo del totale, con una crescita soprattutto sui mercati emergenti». Una premessa utile per inquadrare le differenze geografiche, con l’Italia che rappresenta la maglia nera sul fronte delle tempistiche di pagamento, con risultati peggiori non solo degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti, ma anche dei mercati emergenti (in quest’ultimo caso vengono comunque richieste garanzie). L’azienda è attiva sia nel B2B all’industria, sia nel farmaceutico e nel comparto casa. «Salvo poche eccezioni, in tutti questi segmenti i tempi sono lunghi, con i 90 giorni che rappresentano ormai una consuetudine negli accordi contrattuali, anche se spesso si va anche oltre i 100 giorni». Un costume nazionale alla quale si aggiunge poi la diffusa abitudine di sforare i tempi concordati. Tanto che per Antonietti è fondamentale dotarsi di soluzioni per monitorare il credito e proteggersi da eventuali imprevisti. Secondo il presidente della Rocco Bormioli, gli esempi da imitare non mancano, «a cominciare dalla Francia, che garantisce il pagamento in un massimo di 60 giorni. Mentre in Italia esiste una disciplina per la grande distribuzione alimentare con lo stesso termine, cosa che spinge i retailer ad allungare i termini su altri fornitori, come nel nostro caso». Questo spinge il manager a chiedere chiarezza anche sul fronte degli arretrati pubblici. «Lo sblocco annunciato per i prossimi mesi è benvenuto a patto che si riferisca a tutti i settori, per non peggiorare la situazione per gli operatori rimasti esclusi dal provvedimento».