Agli italiani piacciono i farmaci. Che sia perché prescritti dai medici ogni volta che si fanno visitare (41%) o perché ne fanno un uso regolare slegato dal comparire di un malanno (28%), tre quarti degli italiani hanno una relazione salda con i medicinali. Solo il 23% afferma infatti di impegnarsi per farne a meno e prenderli solo quando strettamente necessario.

Questo è quanto rilevato dall’ultima indagine1 realizzata dall’Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, che ha voluto indagare la propensione degli italiani ad assumere medicine.

Un dato che conferma quanto emerso da altri precedenti studi, secondo cui nei primi 9 mesi del 2012 gli italiani hanno acquistato oltre 1 miliardo e 300 milioni di confezioni di medicinali – una media di 22 confezioni a testa – per una spesa farmaceutica totale, considerando anche quelli acquistati e distribuiti dal SSN, di 19,2 miliardi di euro (Rapporto 2012 “Uso dei farmaci in Italia” dell’Aifa).

A farne un utilizzo quasi quotidiano sono in particolare le regioni del Nord Ovest (33%) mentre più moderazione si registra al Sud (19%).

Ma forse tra gli italiani comincia anche a farsi largo l’idea di voler ridurre l’assunzione di tutte queste soluzioni chimiche se, come rileva un altro dato dall’indagine dell’Osservatorio UniSalute, il 45% degli italiani sembra propenso ad affiancare  alla medicina tradizionale le soluzioni alternative, come l’omeopatia o le cure ayurvediche. A propendere per questo tipo di terapie più naturali sono in particolare le donne (54%) e gli italiani tra i 30 e i 55 anni (54%).

La metà del campione (51%) resta però fedele esclusivamente alle classiche terapie mediche e il dato aumenta se a rispondere sono gli uomini (63%) e le persone sopra i 55 anni. “Tradizionalisti” si scoprono essere soprattutto gli abitanti del Nord Ovest (61%).

Ma torniamo al rapporto tra italiani e farmaco. Cosa fanno una volta prescritto ed acquistato il medicinale? Ben il 60% degli italiani consulta il foglietto illustrativo, il famoso bugiardino, per saperne di più. A questi si aggiunge un 10% (in particolare gli uomini, 15%) che si affida al web per cercare informazioni su possibili effetti collaterali. Solo il 30% degli intervistati si fida ciecamente dell’indicazione del medico senza porsi altre domande.

I farmaci sono sicuramente uno strumento importante nella cura di una malattia. L’utilizzo così massiccio da parte della popolazione italiana, se da una parte può essere legato ad un fattore anagrafico (l’Italia è un paese con sempre più anziani) dall’altro è dovuto ad una cattiva propensione di affidarsi ai medicinali al primo sintomo di malessere. Una maggiore educazione ad un utilizzo dei farmaci solo quando strettamente necessario porterebbe benefici non solo alla salute dei cittadini ma a quella dello stesso Sistema Sanitario Nazionale, costretto a fare i conti con una sempre più drastica riduzione delle risorse.