di Carlo Giuro

È un messaggio forte e chiaro quello rivolto da Assogestioni, l’associazione delle società di asset management, che invita il prossimo Governo a mettere il risparmio gestito al centro della politica economica con l’obiettivo di aiutare gli italiani a risparmiare meglio anche in un’ottica previdenziale di lungo periodo. In questa prospettiva diventa centrale per Assogestioni, rendere finalmente operativi i piani individuali di risparmio a lungo termine (Pir), già introdotti dalle manovre del 2011 ma ancora in attesa dei provvedimenti attuativi. Il testo del decreto legge del 13 agosto 2011 n. 138, contenente ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, menziona infatti i cosiddetti Pir. Strumenti che danno al risparmiatore vantaggi fiscali: i capital gain sugli investimenti realizzati con i Pir sarebbero soggetti a una tassazione ridotta e pari al 12,5% rispetto a quella standard del 20%.

Ma il legislatore si è fermato a queste disposizioni. Un peccato perché l’attivazione dei Pir renderebbe più completo l’assetto del sistema previdenziale italiano con l’introduzione anche in Italia di uno strumento di quarto pilastro che possa affiancarsi alla previdenza obbligatoria e alla previdenza integrativa sia in forma collettiva che individuale per permettere ai lavoratori di costruire un vero e proprio portafoglio combinato di più veicoli di carattere finanziario o assicurativo. Un buon suggerimento può essere quello di considerare i fondi pensione o le polizze previdenziali (Pip) come la soluzione tesa a soddisfare i bisogni primari in età senile. A tali strumenti di previdenza tradizionali è opportuno poi affiancare altre frecce. In questo contesto i piani individuali di risparmio potrebbero essere un valido strumento essendo anche beneficiari di una specifica agevolazione fiscale.Questi strumenti non sono quindi da considerarsi come sostitutivi o alternativi alla previdenza complementare. I piani di risparmio si pongono piuttosto in un’ottica di complementarietà rispetto al secondo (previdenza integrativa su base collettiva) e al terzo pilastro previdenziale (previdenza integrativa su base individuale), assolvendo al ruolo intermedio tra la gestione di liquidità e la previdenza.

Ma cosa sono e come funzionano i piani di risparmio? La normativa fin qui emanata è molto generica in quanto non indica le caratteristiche che le forme di risparmio a lungo termine devono avere al fine di beneficiare dell’agevolazione. Per questo Assogestioni in un suo intervento dello scorso anno suggeriva di modificare l’attuale previsione normativa al fine di delineare gli elementi indispensabili per il riconoscimento della tassazione in misura ridotta. È importante che questo appello venga colto a breve. (riproduzione riservata)