di Gianluca Zapponini

Crollato nel 2012 il potere di acquisto delle famiglie italiane. Secondo l’Istat, il reddito disponibile per nucleo è diminuito l’anno scorso del 2,1% mentre, tenendo conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel 2012 è calato del 4,8% rispetto a un anno prima. Nel solo quarto trimestre, si è registrato un calo del potere di acquisto del 5,4% nei confronti dello stesso periodo del 2011 e dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Sempre a livello trimestrale, il reddito disponibile delle famiglie ha registrato una riduzione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,2% sul quarto trimestre del 2011. Male anche la propensione al risparmio, risultata pari all’8,2% l’anno scorso con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto al 2011. La riduzione si spiega con un calo del reddito disponibile (-2,1%) più evidente della flessione della spesa per consumi finali (-1,6%). Il 2012 non è stato più prospero per le imprese, che hanno visto scendere i profitti e gli investimenti. Sempre secondo l’Istat, la quota di profitto delle società non finanziarie è stata del 39%, in calo di 1,1 punti percentuali rispetto al 2011, mentre il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 20,5%, con una riduzione dell’1,4% su base annua. L’istituto ha inoltre reso note le retribuzioni contrattuali orarie a febbraio, risultate invariate rispetto al mese precedente e in crescita dell’1,4% su base annua. Il dato è rallentato per il quinto mese consecutivo rispetto all’1,5% annuo di gennaio e rimane sotto l’inflazione con un divario dello 0,5%. (riproduzione riservata)