di Francesco Ninfole

Gli italiani si aggrappano al patrimonio accumulato negli anni, mentre il loro reddito è più basso di quello medio degli altri grandi Paesi europei. La ricchezza pro capite degli italiani è pari a 108.700 euro, superiore a quella dei francesi (104.100 euro) e dei tedeschi (95.500 euro), secondo un’indagine pubblicata ieri dalla Bce (le banche centrali dell’Eurozona, tra cui Banca d’Italia, hanno collaborato per i dati nazionali).

Il divario della ricchezza media familiare è ancora più elevato: in Italia è pari a 275.200 euro, contro i 230.800 della media di Eurolandia e i 195.200 della Germania: ma da Bankitalia fanno notare che questo dato è meno significativo perché risente della dimensione e della struttura delle famiglie (in Italia sono in media più numerose e più anziane). Il punto di forza degli italiani resta la casa: i proprietari sono il 69% contro il 44% della Germania. La composizione della ricchezza dei tedeschi è invece più orientata alle attività finanziarie (spesso sottostimate). L’altra notizia positiva è arrivata dall’indebitamento medio. La quota delle famiglie italiane con debiti è la più bassa tra i 15 Paesi europei confrontati dall’indagine armonizzata Bce: è pari al 25% contro una media del 44%. La famiglia tipo italiana ha un debito di 15 mila euro.

La forza patrimoniale delle famiglie italiane tuttavia sarà duramente colpita dalla crisi (i dati Bce-Bankitalia si riferiscono al 2010).

La flessione rispetto al picco massimo è già iniziata a partire dal 2006, ma in futuro si farà sentire sempre di più la caduta dei tassi di risparmio e del potere d’acquisto delle famiglie, ma anche le indicazioni che arrivano dai redditi, che restano più bassi della media. Le famiglie italiane sono tra le ultime in Europa (al nono posto su quindici), con un reddito medio di 34.244 euro, inferiore alla media di 37.850 euro. Il valore più elevato si registra in Lussemburgo (83.600 euro), quelli più bassi in Portogallo e Slovacchia (20.300 e 13.400 euro). L’Italia è in ritardo anche se si considera un altro indicatore più accurato, ovvero il reddito equivalente (una misura delle risorse disponibili a livello individuale che armonizza la diversa composizione dei nuclei familiari in Europa). Sulla base di questo indicatore, il reddito lordo annuo pro capite in Italia è di 19.255 euro, inferiore alla media europea (23.500 euro) e lontano dai 28.230 euro pro capite in Germania.

In Italia una famiglia su sei è povera: anche questo è un dato peggiore della media. L’indagine ha fornito una nuova valutazione sulla soglia di povertà: la Banca d’Italia e la Bce l’hanno calcolata sul reddito e non sui consumi come fa l’Istat. Per l’Italia la soglia di povertà è di circa 8.500 euro e la percentuale di popolazione sotto questa soglia è del 16,5% contro una media del 13%.

Le obbligazioni sono l’investimento finanziario preferito dagli italiani: la quota di famiglie con bond e titoli di Stato (soprattutto Bot e Btp) in portafoglio sfiora il 15% contro una media dell’area dell’euro che è di poco superiore al 5%. In Germania, invece, sono diffusi i fondi comuni (17%) contro media dell’area dell’11% e una italiana del 6%. Le azioni, invece, sono soprattutto nei portafogli del 14% delle famiglie francesi (5% le italiane) contro una media del 10%.

Quanto ai dati sull’immobiliare, l’analisi Bce ha rilevato che il 60% delle famiglie dell’Eurozona è proprietaria di prima casa e il 23,1% anche di una seconda abitazione. La casa resta l’asset privilegiato nell’area: il 41% è già proprietario della prima casa, mentre il 19% deve rimborsare un mutuo. Il valore medio della prima casa è di 180.300 euro, 103.400 euro per la seconda. I proprietari sono più numerosi in Slovacchia, Spagna e Slovenia (con tassi superiori all’80%) mentre sono molto meno diffusi in Germania (44%) e Austria (47,7%) per motivi storici e fiscali. I proprietari di seconde case sono particolarmente numerosi a Cipro, in Grecia e in Spagna (oltre il 35% in ciascun Paese) con l’Italia al 25%, mentre sono al minimo in Olanda (6%). Il rapporto della Bce sottolinea anche che l’11,1% delle famiglie prese in esame possiedono un’impresa, una percentuale questa che sale con il reddito, ma anche con la ricchezza netta delle famiglie. La percentuale di famiglie che possiedono un’impresa dove lavora almeno uno dei componenti è ai massimi a Cipro (19,5%) e in Italia (18%), mentre è molto bassa in Lussemburgo (5,2%) e Olanda (4,8%), ma anche in Germania (9,1%) e Francia (8,9%). (riproduzione riservata)