Negli anni della crisi, il 71% delle famiglie ha “modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati”, sono state “quasi eliminate le spese per visite mediche, analisi cliniche ed esami radiologici, mantenendo quella, incomprimibile, per i medicinali”.
Lo afferma il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un’audizione sul Def, sottolineando che le famiglie italiane hanno “messo in atto strategie di risparmio nel settore alimentare, tanto che, nei sette anni considerati, la quota di famiglie che acquista presso hard discount è quasi raddoppiata, superando il 21% nel 2011”.
Per quanto riguarda il cosiddetto ceto medio, che nel 2011 ha “aumentato la spesa totale di quasi il 27% rispetto al 1997”, sono “diminuite tutte le spese non strettamente necessarie per arredamenti e servizi per la casa e per tempo libero e cultura. La metà di queste famiglie ha adottato nel 2011 strategie di risparmio per quanto riguarda l’acquisto di alimentari”, mentre “decisamente marcata è la crescita della quota di spesa per l’abitazione (affitto, condominio, utenze)”.
Anche per le famiglie più abbienti, a fronte di una “sostanziale stabilità della componente alimentare”, si assiste a una ” diminuzione della spesa per abbigliamento e calzature, per trasporti e comunicazioni, tempo libero e cultura, per arredamenti e servizi per la casa”.