di Naïm Abou-Jaoudé*

L’industria del risparmio gestito può fare ancora molto per sostenere lo sviluppo dell’economia reale, soprattutto in quei contesti in cui l’accesso al credito bancario è diventato più difficile. La vitalità di un’economia dipende dalle capacità imprenditoriali, dall’innovazione e dalle infrastrutture, ma fondamentale è la disponibilità di capitali a lungo termine per finanziare tutti questi fattori di sviluppo. In un periodo in cui le banche sono costrette a ridurre drasticamente l’esposizione creditizia, sono comprensibili i timori in merito al calo dei finanziamenti bancari all’economia reale.

Si tratta di un problema particolarmente sentito in Europa, dove il 90% dei finanziamenti è di provenienza bancaria, rispetto a non più del 30% negli Stati Uniti, secondo il Bollettino mensile della Bce dell’ottobre 2012 . L’ulteriore irrigidimento dei criteri di concessione dei prestiti causato dalla recessione economica e il conseguente impatto sull’affidabilità creditizia delle aziende hanno alimentato un circolo vizioso rappresentato dal calo della fiducia delle aziende e dalla diminuzione degli investimenti.

 

Stante questo scenario, molti investitori, sia istituzionali che privati, sono attualmente alla ricerca di rendimenti a lungo termine per coprire future spese o di opportunità di investimento per piani pensionistici individuali. A nostro avviso le società di gestione potrebbero trovarsi in posizione particolarmente favorevole per svolgere un ruolo d’intermediazione facendo coincidere le esigenze di risparmio a lungo termine con il fabbisogno di finanziamenti delle imprese nel lungo periodo. Infatti le società di gestione, in quanto amministratrici dei patrimoni per conto dei propri clienti, hanno sviluppato competenze specialistiche tipica degli operatori «buy-side», di stimare i rischi e le opportunità di investimenti azionari e obbligazionari. Pertanto le Società di gestione sono già dei veicoli importanti ai fini della canalizzazione del risparmio verso l’economia reale, principalmente tramite l’investimento in titoli azionari e obbligazionari quotati. Secondo l’Efama, l’Associazione delle società di gestione europee, alla fine del 2010 le sgr continentali detenevano il 23% del totale dei titoli di debito emessi nei vari Paesi dell’Eurozona e il 31% del totale delle azioni emesse dalle società di tale area monetaria.

 

Il loro ruolo può essere rafforzato ampliando e rivedendo l’attuale normativa al fine di delineare un quadro regolamentare semplice e solido, che incentivi il risparmio a lungo termine e permetta agli investitori di accedere al segmento dei finanziamenti diretti. Si potrebbero immaginare cooperazioni a lungo termine tra le banche erogatrici e le società di gestione, in cui le prime manterrebbero nei propri stati patrimoniali metà dei prestiti e le seconde investirebbero nell’altra metà proponendo agli investitori finali degli strumenti d’investimento collettivo (i cosiddetti pooled fund) costituiti da portafogli diversificati di crediti con limiti di concentrazione degli emittenti. Pertanto tale collaborazione si risolverebbe nell’unificazione del classico modello «originate-to-hold» (in cui i prestiti erogati sono in stretta connessione con i depositi) con il modello cosiddetto «originate-to-distribute» (in cui si suddividono e trasferiscono a diversi soggetti i crediti). Dato che con questo meccanismo entrambi i soggetti erogatori mantengono un’esposizione, si delinea quindi un allineamento di interessi e un’incentivo a proseguire una corretta valutazione e un continuo monitoraggio dell’affidabilità creditizia dei debitori.

In un senso ancora più ampio, applicabile ai titoli sia quotati che non, le società di gestione possono lavorare per promuovere una strategia d’investimento a lungo termine. Seguendo tale orientamento, i rendimenti degli investimenti sarebbero valutati su orizzonti temporali più lunghi, permettendo quindi ai gestori di prolungare l’esposizione di portafoglio e impegnarsi più attivamente con le società partecipate per migliorare la sostenibilità dei modelli operativi e delle strategie a lungo termine. (riproduzione riservata)

*amministratore delegato,

Dexia Asset Management