Roma L’ industria italiana del risparmio gestito non sta ancora bene, le statistiche elaborate da Assogestioni segnalano anche per il 2012 un deflusso di capitali di 11,8 miliardi, ma c’è una pattuglia di operatori che ha tutti i motivi per sentirsi soddisfatta, avendo registrato una raccolta netta positiva. Poste Italiane capeggia la graduatoria con un saldo positivo di ben 15,2 miliardi. Il gruppo guidato da Massimo Sarmi si distingue dai concorrenti non solo per gli importi raccolti, ma anche per la tipologia di prodotto preferita dalla sua clientela. Ci sono, sì, i fondi comuni, 567 milioni le sottoscrizioni nette, ma il campione assoluto di raccolta, con 14,3 miliardi, è un prodotto di previdenza complemen-tare, Postaprevidenza Valore, un Pip legato a un gestione separata, Posta Pensione, che nel 2012 ha avuto un rendimento medio del 5,4%. Lo scorso anno Postaprevidenza Valore ha registrato 125mila nuove adesioni, un gran risultato, se si pensa che l’intero mercato della previdenza complementare ha visto aumentare le adesioni di 329mila unità. In Poste Vita sottolineano anche i risultati ottenuti da altri prodotti assicurativi, come Postafuturo Certo 2011, premi per 3,3 miliardi, e Postafuturo Fedeltà e Postafuturo Fidelity, polizze che reimpiegano i capitali in scadenza, 2,2 miliardi. Il secondo miglior risultato di raccolta, con un dato complessivo di due miliardi di euro, per la quasi totalità riferito a fondi, è appannaggio del gruppo Azimut. Tra i più collocati figurano fondi

con cedola periodica, Global Currencies & Rate che investe in strumenti obbligazionari non-euro, Solidity che investe in titoli di Stato italiani, il fondo Cat Bond e il fondo Renminbi che punta sulla valuta cinese. «In generale i clienti hanno cercato soprattutto prodotti semplici, con flussi di cassa in grado di compensare la diminuzione di reddito da lavoro provocata dalla situazione di recessione», è il commento del suo direttore commerciale, Paolo Martini. «In questo contesto abbiamo anche notato una riduzione del ricorso al ‘fai da te’: gli investitori hanno imparato quali siano i rischi degli strumenti finanziari e dunque ricercano prodotti che possano permettere una più ampia diversificazione, con una conseguente riduzione del rischio controparte». Arca, la sgr delle banche popolari, ha completato nel 2012 un processo di totale rinnovamento: acquisizioni, nuova governance, nuova composizione dell’azionariato, dopo l’uscita di Ubi Banca, con il 20% ciascuno ci sono Veneto Banca, Popolare Vicenza, Bper e Banco Popolare, struttura organizzativa più snella ed efficiente, nuovo modello distributivo. Ne ha beneficiato anche la raccolta, con un saldo netto di 1,3 miliardi. I prodotti più richiesti? I fondi a cedola, da sempre uno dei cavalli di battaglia della sgr. «Sono fondi a gestione attiva, la cedola rappresenta in qualche modo un rendimento minimo atteso, e sui prodotti emessi siamo riusciti a cogliere le opportunità di mercato, fornendo risultati particolarmente attraenti per investitori e collocatori », spiega l’amministratore delegato Ugo Loser. «L’altra tipologia di prodotto di successo è quella dei prodotti a gestione attiva/flessibili, perché oggi gli investitori e i canali distributivi vogliono una gestione a tutto tondo, attiva, che colga le opportunità dove si presentano». Il gruppo Banco Popolare ha un saldo complessivo di raccolta di risparmio gestito di 1,3 miliardi. «La raccolta si deve principalmente ai Target Maturity Funds, i fondi a finestra di collocamento con cedola: grazie a questi prodotti nel 2012 abbiamo registrato sottoscrizioni per oltre tre miliardi di euro», chiarisce Fabrizio Carenini, direttore commerciale di Aletti Gestielle Sgr. «Nello specifico, Gestielle Investment Sicav I Cedola Sicura e Gestielle Investment Sicav II Cedola Sicura hanno raccolto rispettivamente 853 e 760 milioni di euro, mentre i due fondi Gestielle Cedola Fissa e Cedola Fissa II hanno raccolto 939 e 830 milioni». Sono risultati che collocano la sgr del Banco Popolare tra i leader di mercato nel segmento dei prodotti a cedola. Anche qui, come in Arca, viene rimarcato come la possibilità di cogliere specifiche opportunità di mercato abbia consentito ai sottoscrittori di ottenere, a consuntivo, rendimenti interessanti, a fronte di un investimento con caratteristiche di volatilità decrescente negli anni. Ci sono infine i dati di raccolta di Ersel, 357 milioni circa, cui hanno contribuito quasi in parti eguali, fondi comuni e gestioni individuali, e di Mediolanum che è il gruppo che ha registrato la maggior raccolta netta per i fondi comuni, oltre due miliardi, bilanciata, tuttavia, da un deflusso di 1,9 miliardi dai prodotti assicurativi; il saldo, considerando anche le altre forme di gestione, è positivo per 143 milioni. (m. man.)