di Paola Valentini

Continua il boom dell’industria del risparmio gestito italiana. A marzo, secondo i dati diffusi ieri da Assogestioni, l’associazione dell’asset management tricolore guidata da Domenico Siniscalco, la raccolta netta complessiva è stata positiva per 7,3 miliardi di euro. Un dato che porta i flussi nei primi tre mesi dell’anno a 19 miliardi, più di tutta la raccolta realizzata nel 2012 (12 miliardi).

A livello di categorie, sono positivi i fondi aperti, italiani e esteri, con un totale di 5,3 miliardi: i prodotti di diritto estero attraggono 4,8 miliardi, mentre la raccolta dei prodotti domestici supera il mezzo miliardo.

Questi dati, insieme agli oltre 1,9 miliardi provenienti dalle gestioni di portafoglio, permettono all’industria di battere, per il quinto mese consecutivo, il record di patrimonio con asset che superano quota 1.225 miliardi.

Quanto alle specializzazioni, a marzo i fondi obbligazionari registrano sottoscrizioni per oltre 2,6 miliardi, i fondi flessibili raccolgono 2,4 miliardi, i bilanciati 382 milioni. Tornano in nero anche i fondi monetari che si aggiudicano 135 milioni di euro.

Tra le singole società, il gruppo Generali comanda la classifica con flussi per 1,395 miliardi, seguito da Intesa Sanpaolo (1,059 miliardi) e Franklin Templeton (1,014 miliardi). A fine marzo quest’ultima, quanto a patrimonio in fondi aperti, si conferma primo gruppo estero e quinto nella classifica assoluta con masse per 27,4 miliardi.

In generale, comunque, il ritorno dei risparmiatori ai fondi si spiega con la ricerca di soluzioni semplici e trasparenti ma anche con la ripresa del collocamento dei prodotti del risparmio gestito da parte delle banche che oggi sono meno pressate dalla necessità di fare raccolta con i bond della casa grazie ai finanziamenti ottenuti a inizio 2012 dalla Bce. Senza dimenticare che la ripresa dei mercati ha permesso ai fondi di ottenere negli ultimi mesi rendimenti di tutto rispetto in quasi tutte le categorie. «Da metà 2012, la raccolta netta dei fondi comuni ha evidenziato un’inversione di tendenza, con un’ulteriore accelerazione nei primi mesi dell’anno, grazie alla dinamica ancora vivace delle reti di promotori e al significativo miglioramento delle società di gestione di matrice bancaria che, a inizio anno, si sono collocate tra i principali operatori per raccolta netta, con il lancio di diversi prodotti di natura obbligazionaria con finestra di collocamento, a distribuzione dei proventi o a cedola», spiega l’ultimo Osservatorio sui risparmi delle famiglie italiane firmato Prometeia-Gfk Eurisko e presentato al Salone del risparmio di Assogestioni.

Le prospettive per i fondi restano positive per quasi tutte le categorie, ad eccezione di fondi di liquidità. «I fondi comuni a medio-lungo termine, ovvero tutti i fondi comuni eccetto quelli monetari, evidenziano infatti una relazione, pur con l’eccezione di alcuni anni, con le attese di crescita economica. Ciò interpretato come un’indicazione del fatto che la fiducia degli investitori o la preoccupazione per la situazione economica futura modificano le strategie di investimento. L’uscita dell’Italia dalla fase recessiva potrebbe pertanto accompagnarsi a una domanda ancora positiva e in crescita delle componenti a medio-lungo termine del mercato del risparmio gestito», si legge nell’Osservatorio.

I fondi comuni monetari, invece, potrebbero rimanere ancora in terreno negativo, risentendo nel triennio di previsione del permanere dei tassi di interesse a breve termine su livelli particolarmente bassi. (riproduzione riservata)