di Andrea Di Biase

C’è stato un momento, nel corso della riunione fiume di ieri tra i grandi azionisti di Unicredit, in cui il rischio di non raggiungere l’accordo sul nome del nuovo presidente è stato tangibile. Sembra infatti che, dopo ore di discussione, quando ormai si era creata un’ampia convergenza sul nome di Giuseppe Vita, il presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi, abbia sottolineato l’opportunità di approfondire ulteriormente l’intera questione. L’unanimità sulla candidatura del 77enne Vita, che dopo oltre sette ore di riunione alla fine è stata trovata, rischiava dunque di non essere raggiunta. C’è voluta tutta l’abilità diplomatica dell’ad Federico Ghizzoni, che nel corso di tutto il processo di selezione ha avuto un importante ruolo di raccordo tra i grandi soci, per spianare la strada all’intesa. In una pausa dei lavori, quando era ormai evidente che il vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura, sondati gli altri grandi azionisti, a partire dai rappresentanti della Fondazione Crt, avrebbe ripresentato il nome di Vita, l’ad di Piazza Cordusio avrebbe persuaso il numero uno della fondazione scaligera a non rompere l’unanimità che si stava creando, facendo correre il rischio, a pochi giorni dal termine per la presentazione delle liste per il cda, di far ripartire la negoziazione da zero. Alla fine dunque tutti i grandi soci hanno dato l’ok alla candidatura del top manager italiano ma tedesco d’adozione, il cui profilo ha avuto la meglio su quelli di Gian Maria Gros-Pietro, Massimo Tononi e Angelo Tantazzi, anche per le importanti relazioni con l’establishment politico ed economico della Germania, a partire dal cancelliere Angela Merkel di cui Vita è amico personale. Nato a Favara in provincia di Agrigento nel 1935, ottavo di 14 fratelli, dopo la laurea in medicina a Roma, nel 1962 Vita si è trasferito a Magonza, in Germania, per specializzarsi in radiologia. Una decisione che gli cambia la vita, visto che, finita la specializzazione, entra in Schering, il colosso farmaceutico di cui nel 1989 diventerà presidente e ad rimandendovi fino al 2001. Ma la sua carriera non si conclude qui. Tra le varie cariche di prestigio ricoperte, nel 2002 diventa presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo editoriale Axel Springer (di qui la recente designazione da parte di Mediobanca quale prossimo consigliere indipendente di Rcs), mentre in Italia è presidente economico di Francesco Rutelli nella corsa (persa contro Silvio Berlusconi) alla presidenza del Consiglio e ancora oggi è vicino all’ex presidente della Margherita, con il quale ha firmato (assieme, tra gli altri, a Massimo Cacciari, Roberto Mazzotta e Bruno Tabacci) il «manifesto per il buongoverno». I grandi soci di Unicredit hanno definito anche un’intesa di massima sulla lista per il rinnovo del cda che sarà presentata entro lunedì. Gli azionisti stabili presenteranno così 18 candidati: oltre a Vita e a Ghizzoni, sette posti andranno alle fondazioni (Crt ricandiderà Fabrizio Palenzona e Antonio Maria Marocco, mentre per Cariverona ci sarà quasi sicuramente Candido Fois), due ai soci privati italiani (Luigi Maramotti e Francesco Caltagirone jr), due al fondo Aabar (tra cui Luca Montezemolo), uno ad Allianz (Helga Jung), quattro ai soci internazionali (l’inglese Antony Whyand per Aviva, un tedesco, un austriaco e la presidente degli industriali polacchi). Per le minoranze dovrebbe invece essere riconfermata Lucrezia Reichlin. (riproduzione riservata)