Pagine a cura di Gian Marco Giura «Tentiamo di costruire qualcosa insieme, questa è la richiesta che faccio al mondo assicurativo». Così Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, si è rivolto alla platea degli assicuratori presenti alla cerimonia di consegna degli Insurance Awards lunedì 2 aprile. «Sono convinto che con la riforma delle pensioni fatta a dicembre non si sia chiuso il problema del futuro delle giovani generazioni, come hanno pensato in molti, ma che invece si sia aperto il momento della grande riflessione per la previdenza complementare. Se in questi anni non è decollata», ha proseguito il numero uno dell’Inps, «significa che forse non è stata gestita nel modo giusto. Se la gente continua a scegliere di barrare la casella e dire lo lascio alle cure dell’Inps (quasi il 50% del Tfr continua ad affluire all’ente, ndr), ebbene un motivo ci deve essere». Poco prima Mastrapasqua aveva ricordato come a fronte di una media europea di adesione alla previdenza complementare pari al 91% dei lavoratori, l’Italia invece si trovi ancora a un livello che oscilla fra il 23 e il 24%. «Tanti errori sono stati imputati al grande colosso dell’Inps. Ebbene, ne prendo atto. E tuttavia, forse qualche errore e qualche disattenzione possono anche essere imputati ai privati. È chiaro che non sto lanciando un’opa dell’Inps su tutti quanti voi perché non posso farlo né sarebbe conveniente per alcuno. Però posso offrire qualcosa di più interessante: fare una grande alleanza tra pubblico e privato nella previdenza complementare», ha continuato Mastrapasqua dopo aver comunicato un altro dato riguardante un sondaggio condotto a un recente convegno cui aveva partecipato, secondo il quale il 47% degli intervistati aveva dichiarato di non fidarsi, a causa della scarsa trasparenza, esprimendo il desiderio di vedere gestita la previdenza complementare con un occhio vigile del pubblico. Secondo un altro sondaggio condotto dall’Inps, invece, risulta che nessuno conosce il funzionamento della previdenza obbligatoria; i giovani la apprendono in casa dai genitori che però avevano un altro sistema e quindi si rischia un cortocircuito informativo. «Ecco perché offro la disponibilità dell’ente previdenziale unico pubblico a educare le nuove generazioni andando nelle scuole, nelle fabbriche, unendo quanto voi fate privatamente per la previdenza complementare cercando profitto a quanto io debbo fare pubblicamente per cercare il benessere delle persone». Prima non c’era così tanto bisogno di spiegare, perché si sapeva che si andava in pensione con l’80% del proprio stipendio e le persone erano soddisfatte. «Ora è cambiato tutto, occorre un solido mix tra spiegazione ed educazione su quello che sarà il nuovo sistema facendo capire chi avrà il 90%, chi il 37%, chi il 60%, quanto versare, qual è il vantaggio fiscale e in termini di avvenire che si potrà avere dalla previdenza complementare. Oggi è una necessità imprescindibile», ha concluso Matrapasqua, che alla fine si è rivolto così alla platea di assicuratori: «Sono certo che saprete cogliere questa opportunità perché è un momento importante, dobbiamo disegnare tutti insieme il futuro delle giovani generazioni ». (riproduzione riservata)