Procede e si definisce ogni giorno di più il progetto di Generali Real Estate, la società che concentrerà le attività immobiliari del gruppo assicurativo a livello internazionale. Di fatto sarà una multinazionale del mattone, ma a matrice tutta italiana e sotto lo stretto controllo del Leone di Trieste. Un concetto che il nuovo consiglio di amministrazione, appena nominato, chiarisce appieno. Presidente sarà infatti il direttore generale e cfo del gruppo assicurativo, Raffaele Agrusti, ma nel board siederà anche il ceo di Generali, Giovanni Perissinotto. Insieme affiancheranno Giancarlo Scotti, amministratore delegato e direttore generale della nuova società, che sarà operativa dal 1° luglio. Per il resto il cda è composto dai manager dei principali Paesi in cui Generali opera, come Stefano Meroi, direttore centrale pianificazione strategica e controllo di Generali Group, Eric Le Gentil, membro del comitato di direzione generale di Generali France, Torsten Utrecht e Philippe Setbon, entrambi di Generali Group, mentre come indipendente entra Antonio Spallanzani, presidente di Assoreti, già membro del cda di Generali Investments. La nuova società si profila dunque molto diversa dalla precedente Generali Immobiliare, che aveva un ruolo solo di coordinamento delle attività real estate nei diversi Paesi, che però restavano sotto il diretto controllo delle rispettive compagnie assicurative locali (per esempio, le attività immobiliari in Francia facevano capo a Generali France). Non a caso Generali Immobiliari, che sopravviverà solo attraverso la sgr Generali Italia, non aveva neppure un cda. Una semplificazione da un lato e un maggior controllo dall’altro che, pur confermando la nuova nata come player internazionale presente in 11 mercati (Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Svizzera, Est Europa, Israele e Asia) e con il 60% di immobili in gestione all’estero, dovrebbe facilitare la nuova strategia del Leone di Trieste nel mattone, e cioè il rafforzamento dell’attività di servizi immobiliari anche per conto terzi. In pratica, Generali Real Estate vuole porsi come operatore per investitori istituzionali specializzati nel settore immobiliare così da far lievitare le masse in gestione dagli attuali i 28 miliardi fino quota 36 miliardi entro il 2016, con una crescita del 6% l’anno. Esemplare in questo senso è la recente operazione conclusa con Unicredit, che ha consentito a Generali Real Estate di aggiudicarsi la gara per la gestione del fondo immobiliare promosso dal Fondo Pensione del gruppo bancario. (riproduzione riservata) Teresa Campo