Fra le cause più frequenti di infortunio sul lavoro nella popolazione americana over 55 figurano gli incidenti stradali, ma le statistiche suggeriscono che oltre all’invecchiamento e ai deficit che questo comporta sui comportamenti di guida ci possono essere altri fattori da tenere in considerazione.

Secondo i dati del National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH), 3.200 lavoratori di 55 o più anni sono morti in incidenti stradali legati al lavoro nel decennio compreso fra 1992 e 2002, pari al 22% del totale delle vittime da incidente sul lavoro di questo gruppo di età.

L’istituto di statistica si è affrettato a precisare che il rapporto fra età e comportamento di guida è “complesso”, ma comunque l’invecchiamento, che spesso comporta un peggioramento della vista, dolori muscolo-scheletrici e una riduzione della prontezza di riflessi, può contribuire significativamente all’aumento degli incidenti stradali.

Ma quando la guida è elemento fondante della professione, l’età si riduce ad un mero numero, secondo Stephanie Pratt, coordinatrice del Centro per la sicurezza stradale del NIOSH. “Se guardiamo alla totalità dei fattori di rischio, l’età non è che uno dei tanti”, ha detto. Ad esempio, un camionista con molte ore di guida alle spalle ha più probabilità di incorrere in un incidente stradale, rispetto ad un autista che guida solo per un numero limitato di ore al giorno. “In questo caso”, ha aggiunto Pratt, “dobbiamo considerare l’esposizione al rischio durante la guida”.

Sono infatti i camionisti i più esposti agli incidenti stradali nella forza lavoro impiegata nei trasporti: secondo i dati del Center for Disease Control, nel periodo 2003-2008 2.320 camionisti hanno perso la vita in incidenti stradali connessi all’attività lavorativa, il 28% delle 8.137 vittime registrate. 

Molti esperti sostengono che anche l’esperienza gioca un ruolo fondamentale. “Sono gli autisti più esperti ad aver sviluppato le abitudini meno sicure”, nota David Mitchell, direttore del controllo del rischio e gestione della sicurezza del comparto Truck di Aon Risk Solutions, divisione che opera con oltre 50 imprese di grandi e medie dimensioni, per un totale di oltre 40.000 autisti sul territorio federale.

Per questo, una delle strategie adottate più frequentemente dai risk manager è  l’uso di sistemi di monitoraggio all’interno dei veicoli, in grado di controllare l’impiego dei freni durante il tragitto, la velocità di marcia, ed eventualmente fissare un tetto alla velocità di crociera.

Dal punto di vista normativo, il governo federale ha fornito delle linee guida in merito al numero di ore oltre cui è pericoloso per un autista guidare e il numero di chilometri che è consigliabile percorrere in un giorno. “La normativa e la ricerca continua hanno contribuito a creare un ambiente di lavoro più sicuro”, avverte Anne Mc Cartt, responsabile della ricerca presso l’associazione no-profit Insurance Institute for Highway Safety, “ma siamo ancora lontani dall’aver completato il lavoro necessario”.

Fonte: Business Insurance