di Anna Messia

Dalla loro hanno 14 mila uffici postali tramite i quali possono raggiungere praticamente tutto il territorio nazionale. Proprio la capillarità della rete di vendita è stata probabilmente tra i fattori determinati che hanno consentito a Poste Italiane di tenere botta alla crisi e di chiudere il 2011 con ricavi stabili a 21,7 miliardi, un risultato operativo di 1,6 miliardi (a fronte dei 1,87 miliardi del 2010) e un utile netto di 846 milioni, rispetto al miliardo di un anno prima. Una flessione contenuta (-16,9%) se si considera il contesto economico sfavorevole che ha avuto effetti molto più pesanti sui concorrenti del gruppo guidato da Massimo Sarmi. Il riferimento, ovviamente, non è ai concorrenti dei servizi postali, che pesano sempre meno sull’attività del gruppo controllato dal ministero dell’Economia: nel 2011 le spedizioni di pacchi e lettere hanno registrato ancora una flessione del 5% sul 2010 continuando a risentire degli effetti del calo dei volumi postali e della progressiva digitalizzazione degli invii, in un mercato che da gennaio dello scorso anno è stato completamente liberalizzato. Ma i concorrenti diretti delle Poste Italiane sono ormai chiaramente le banche e le compagnie di assicurazioni. E proprio a loro, in un anno di crisi come il 2011, le Poste Italiane sono riuscite a rosicchiare ancora quote di mercato sia nel settore delle polizze, sia dei conti correnti e delle carte prepagate. Poste Vita, in particolare, ha registrato premi emessi pari a 9,5 miliardi, stabili sul 2010, mentre il resto del mercato Vita italiano era costretto a fare i conti con una raccolta in calo. Così la compagnia guidata da Maria Bianca Farina, proprio nel 2011, ha conquistato il primo posto tra le assicurazioni italiane e il terzo tra i gruppi. E anche la compagnia Danni, Poste Assicura, ha continuato a crescere chiudendo l’anno con una raccolta complessiva di 42,8 milioni rispetto ai 24,7 milioni del 2010. Non meno agguerrita è stata la concorrenza al settore bancario considerando, tra l’altro, che proprio nel 2011 è stata anche acquisito il Mediocredito Centrale da Unicredit per dare avvio alla Banca del Mezzogiorno, voluta dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Ma non c’è solo questo: i ricavi da conti correnti sono stati a pari a 2,8 miliardi, in crescita dell’8,6% sul 2010. E poi ci sono le carte prepagate Postepay che ormai sono oltre 8,2 milioni consentendo alle Poste Italiane di rafforzare la posizione di leader di mercato per questa tipologie di prodotti. Nell’ambito della relazione finanziaria annuale è stato poi rappresentato il primo rendiconto del patrimonio BancoPosta, costituito separatamente a maggio dello scorso anno per ottemperare alle richieste di Banca d’Italia. Patrimonio che ha concorso alla determinazione dell’utile netto del gruppo con 256 milioni, conseguiti negli otto mesi di operatività. Ma in realtà le banche e le compagnie di assicurazione non sono gli unici concorrenti delle Poste Italiane che negli ultimi anni hanno continuato a diversificare il business. Tra le società del gruppo di Sarmi che hanno raggiunto un certa rilevanza c’è, per esempio, anche Poste- Mobile. Si tratta dell’operatore di telefonia mobile virtuale del gruppo che con 3 milioni di sim vendute ha consolidato la propria posizione sul mercato tlc. Una crescita che ha consentito a Poste Mobile di raggiungere nel 2011 un risultato operativo positivo per 26,3 milioni. (riproduzione riservata)