Intanto l’imprenditore marchigiano torna a sparare ad alzo zero contro il management di Mediobanca

attaccando la gestione della merchant bank sulle partecipate Generali («un freno allo sviluppo») e Rcs

di Andrea Montanari Ci sono industriali che, quando la loro azienda ottiene risultati record e incassa ricchi dividendi (43 milioni), condividono il successo con le migliaia di dipendenti che negli anni hanno contribuito a costruire questo successo. Diego Della Valle, azionista di controllo (56,76%) e presidente di Tod’s, è uno di questi. Ieri, durante l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio 2011 (ricavi per 665,2 milioni, utili per 121,6 milioni e un dividendo di 2,5 euro per azione) e il rinnovo del cda, Della Valle ha comunicato che oltre al bonus, garantito già diverso tempo, interverrà con altre misure a favore dell’organico, quasi 2 mila dipendenti. In particolare, presenterà a breve un piano di sostegno solidale per la forza lavoro di Tod’s. «Un’iniziativa che si aggiunge al premio (1,400 euro lordi, ndr) che già diamo da qualche anno e che non è legato a trattative sindacali». Un modo, secondo Della Valle, «per restituire al territorio quello che il territorio dà in termini di risorse umane e competenza» al suo gruppo. Che il tema del lavoro stia a cuore all’imprenditore lo dimostrano le valutazioni sull’articolo 18: «Non è fra le cose più importanti» da realizzare, ma «è un segnale ai mercati». Semmai «è un grosso errore sentire parlare di licenziamenti in un momento così difficile». Perché piuttosto «bisogna togliere i problemi ai lavoratori e farli sentire sicuri del posto di lavoro». Allargando poi l’orizzonte delle riflessioni, Della Valle ha nuovamente attaccato i vertici di Mediobanca (di cui ha lo 0,5%). «Bisogna capire che cosa vuole fare Mediobanca da grande. Ma soprattutto dobbiamo valutare se abbiamo gli uomini giusti alla guida dell’azienda ». Nello specifico, il presidente Renato Pagliaro e l’ad Alberto Nagel «ricoprono un ruolo inadeguato alle loro esperienze attuali» e finora «hanno perso tempo in combutta tra loro tra una sacrestia e l’altra» arrivando a commettere «parecchi pasticci». Un pensiero «condiviso anche da molti altri azionisti», riferisce Della Valle, che auspica «la presentazione di piani per capire che cosa vogliono fare nei prossimi due-tre anni». Questa empasse, secondo l’imprenditore, pesa sul principale asset di Piazzetta Cuccia, le Generali, che «hanno un gruppo dirigente di prim’ordine, degli amministratori delegati di primissimo ordine e un presidente che conosce il suo mestiere». Per cui a bloccare la crescita della compagnia sono altri fattori. «Bisogna capire se Mediobanca è un freno al suo sviluppo». Infine, Della Valle è tornato su Rcs, di cui detiene il 5,4% fuori dal patto. «È tempo che diventi un’azienda normale, che viva di mercato e cominci a funzionare grazie alle capacità degli uomini, con un management che risponda dei risultati e degli obiettivi e con azionisti che seguano l’impresa». Insomma, lontana dai quei salotti, che Della Valle assicura di non velor «sfasciare», continuando però a combattere «contro i vecchi marpioni della finanza». All’imprenditore ha risposto Federico Ghizzoni, ad di Unicredit (primo socio di Mediobanca): «Da parte nostra c’è un buon rapporto con Mediobanca. Abbiamo fiducia nel management».