Il presidente del Tribunale fallimentare di Milano, Filippo Lamanna, ha fissato l’udienza per l’istanza di fallimento presentata dalla Procura del capoluogo lombardo relativa a Sinergia e Imco, le holding della famiglia Ligresti, al prossimo 2 maggio nel primo pomeriggio.
Lo si apprende da una fonte a conoscenza della vicenda che ha anche aggiunto che il giudice relatore sarà Roberto Fontana. Martedì, infatti, la Procura di Milano ha presentato al Tribunale Fallimentare la richiesta di fallimento per Imco e Sinergia.
Per Equita Sim l’unico eventuale rischio per l’operazione di integrazione Unipol/FonSai potrebbe annidarsi in un allungamento dei tempi. Secondo altre indiscrezioni per venire incontro alla richiesta di Unipol di avere almeno il 66,7% del nuovo gruppo si starebbe pensando di lasciare quotata Milano Ass. e di fonderla in un secondo momento.
La notizia, concludono dalla banca d’affari, sarebbe molto positiva per Milano Ass. perché verrebbero meno le incertezze relative al concambio. Ipotesi condivisa anche dagli esperti di Intermonte. Si tratta di una “notizia sicuramente positiva per gli azionisti della Milano che, alla luce dei rapporti che si stanno per profilare, apparirebbero i più penalizzati dall’operazione”, commentano dalla banca d’affari in una nota.
Intanto dall’istanza di fallimento nei confronti di Sinergia e Imco, emerge che tra i creditori non bancari di Sinergia c’è anche lo Ieo di Umberto Veronesi per una somma di 12,5 mln mentre il totale dei crediti vantati dalle banche ammonta a 335 mln.
L’istanza è stata presentata lunedì scorso dal Pm Luigi Orsi nell’ambito dell’inchiesta per ostacolo alle autorità di vigilanza che vede indagato Salvatore Ligresti.
Orsi nell’istanza ricostruisce la genesi della vicenda spiegando che l’inchiesta è partita da una segnalazione della Consob e dal fatto che “enti giuridici esteri” acquistavano titoli Premafin in asta di chiusura “determinando artificiosamente” un rialzo dei prezzi. Ad acquistare erano due trust esteri che detenevano il 20% di Premafin. Trust, si spiega nell’istanza, gestiti da Giancarlo De Filippo, persona definita vicina al gruppo Ligresti. Ancora nell’istanza si sostiene che per questa vicenda Ligresti non aveva dato spiegazioni sufficienti.
Orsi precisa poi l’ammontare debitorio di Sinergia spiegando che la società ha debiti verso le banche per 335 mln di cui 170 mln con Unicredit, 45 mln con B.Popolare, 30 mln con B.P.Milano e il restante con Ge Capital. I creditori non finanziari vantano invece una somma di 60 mln e tra questi c’è anche lo Ieo di Umberto Veronesi. In totale Sinergia registra debiti per circa 400 mln. Il documento ricorda inoltre che le azioni Premafin detenute da Sinergia concorrono a garantire 100 mln di debito bancario e che altri 120 mln sono garantiti dall’area Cerba.
In un altro passaggio si evidenzia la memoria depositata il 21 marzo scorso dal presidente di Imco, Fausto Nunzi, in cui si sostiene che Sinergia, per proseguire l’attività’ fino al 2014 ha bisogno di liquidità per 51 mln. Inoltre nella memoria Nunzi parla anche di licenziare personale fino a far rimanere la società con non più di trenta dipendenti. Il Pm scrive ancora che secondo Ernst e Young c’è un rischio di contenzioso fiscale tra i 2,6 e i 4,9 mln di euro.
In un altro passaggio si sostiene poi la competenza territoriale di Milano rispetto a Roma, sede di Imco e Sinergia. Orsi argomenta che nella capitale c’è solo la contabilità mentre l’attività’ dell’impresa si svolge a Milano, “vero centro propulsivo e direzionale dell’impresa”. Tra i documenti allegati dal Pm ci sono anche le testimonianze di Salvatore Rubino, d.g. di Sinergia e del consulente Giovanni La Croce.