Le medie imprese italiane guardano ai mercati esteri. È quanto rileva l’indagine realizzata Mediobanca e Unioncamere che ha monitorato 3.220 aziende con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499 e un giro di affari tra 15 e 330 milioni di euro all’anno. Ebbene, la quota di aziende esportatrici è risultata superiore al 90%, con un’incidenza delle vendite all’estero pari al 44% del totale.

Dopo l’esplosione della crisi finanziaria degli ultimi anni, lo studio rileva che nel 2009, 628 medie imprese sono tornate piccole (non superando i parametri di fatturato e dipendenti), mentre dal lato delle imprese maggiori, a fronte di 32 imprese che hanno varcato la soglia della grande dimensione, 39 hanno percorso la strada inversa ritornando medie. Nel decennio considerato, 620 imprese sono divenute grandi, ma ciò ha comportato per le stesse aziende un aumento dei casi di default.

Secondo lo studio Mediobanca-Unioncamere nel 2012 il 38% delle aziende monitorate prevede un aumento del fatturato (contro il 50,2% a consuntivo nel 2011) e il 32,6% un incremento della produzione (è stato invece il 39,7% a registrarlo per lo scorso anno).

Per l’anno in corso si conferma l’apporto determinante che le vendite all’estero potranno fornire ai risultati aziendali (gli ordinativi esteri saranno in crescita per il 39,8% delle imprese), mentre l’andamento del mercato interno sarà più debole (solo il 15,9% si attende un rialzo rispetto al 2011, contro il 32% di quelle che ne prevedono una flessione). Nel 2011 gli investimenti delle medie imprese si sono concentrati nei macchinari (72,7%), nelle apparecchiature informatiche (69,2%) e nei software e servizi informatici (68,4%); su tali asset le imprese continueranno a puntare prioritariamente anche durante il 2012.

Resta sostenuta la domanda di credito alle banche: il 51% delle medie imprese intende richiedere finanziamenti bancari nel primo semestre, non solo in risposta all’esigenza di gestire le attività ordinarie (nel 43% circa dei casi) ma anche per realizzare nuovi investimenti (34,2%) o implementare quelli già avviati (11,2%). Cresce la percezione di difficoltà nell’accesso al credito: la segnala il 72% di quanti intendono farvi ricorso, contro il 45% di tutte quelle che nell’ultimo semestre del 2011 si sono rivolte alle banche.