di Anna Messia

La maggior parte dei riassetti ruota, inevitabilmente, intorno a Mediobanca. Sono nove le poltrone di Piazzetta Cuccia finite nel mirino dall’articolo 36 del salva-Italia, che ha sciolto gli incroci in cda di società finanziarie concorrenti. Mediobanca è infatti l’istituto che ricorre più spesso nell’elenco completo dei 33 manager delle società quotate coinvolti dal provvedimento (per un totale di 69 poltrone), anticipato ieri da milanofinanza.it. Qualche incrocio nella banca, in verità, è già stato sciolto: proprio ieri Vincent Bollorè ha fatto sapere di aver lasciato Piazzetta Cuccia per mantenere la vicepresidenza di Generali. E Fabrizio Palenzona, che è anche vicepresidente del cda di Unicredit, dovrebbe rinunciare al cda Mediobanca nelle prossime ore. Dimissioni che si sono aggiunte al passo indietro che il numero uno di Mediolanum, Ennio Doris, ha comunicato al mercato lunedì scorso. I tre dovrebbero essere sostituiti già nella riunione del consiglio di Piazzetta Cuccia in calendario per maggio. Mentre intanto Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci, rispettivamente amministratore delegato di Mediobanca e componente del comitato esecutivo, hanno rinunciato al consiglio Generali e nel giro di un paio di settimane Piazzetta Cuccia deciderà se farsi rappresentare da altri due manager, o in alternativa (ipotesi più probabile) da un manager e da un candidato esterno. Ma sempre in Mediobanca dovranno essere sistemate le poltrone che si incrociano con Premafin: quella di Jonella Ligresti, presidente del cda FonSai, e quella di Angelo Casò, presidente di Milano Assicurazioni. Tanti gli incroci che passano poi per Intesa Sanpaolo e per Mittel da cui sta per uscire Giovanni Bazoli, che ha scelto di mantenere la presidenza del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e dal quale, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza si è dimesso anche Enrico Zobele, che ha preferito continuare a sedere nel consiglio di Cattolica Assicurazioni. Da cda della compagnia veronese si appresta poi ad uscire anche Giovanni Zonin, vicepresidente della società e presidente della Banca Popolare di Vicenza. Mentre, a sua volta, Paolo Bedoni, presidente di Cattolica, rinuncerà al cda della banca. I loro nomi non rientrano nell’elenco dei 33, perché la Popolare di Vicenza non è quotata. Ma fanno parte della schiera delle 1.023 poltrone che sono state travolte dalle nuove regole. (riproduzione riservata)