di Anna Messia

Dovevano essere tanti soldi, più di 10 miliardi di euro. Una montagna di liquidità, sottratta dalle tasche di risparmiatori distratti, che quei denari li avevano dimenticati con il passare degli anni. Un tesoretto da utilizzare per fare un po’ di giustizia nei mercati e risarcire chi era incappato in frodi finanziarie, come per esempio il caso Parmalat o i bond Cirio. E, visti i numeri, ce ne sarebbe stato un po’ per tutti. Anche per gli obbligazionisti e i soci Alitalia, per esempio, e perché no, pure per chi aveva puntato sulla ripresa dell’Argentina, comprando bond ad alto rendimento, finiti però inesorabilmente in fallimento. Ma il Fondo in questione, alimentato con la liquidità di chi non movimentava i risparmi da almeno dieci anni, non solo non è stato utilizzato per indennizzare le vittime di frodi finanziarie ma è stato molto deludente sotto il profilo delle somme raccolte, che si sono rivelate inferiori al miliardo di euro rispetto agli oltre 10 miliardi attesi. E per di più sta continuando a ricevere domande di rimborso da risparmiatori dormienti che nel frattempo si sono svegliati e hanno chiesto indietro i loro soldi. Si tratta di intestatari di conti correnti, ma anche di polizze vita o di buoni fruttiferi postali. A gestire le operazioni, dal 2010, è la Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici, presieduta da Andrea Monorchio, che ha ricevuto il mandato dal ministero dell’Economia per aprire le pratiche di rimborso e restituire le somme a chi ne ha diritto. E dall’estate del 2010 ad oggi la Concessionaria ha ricevuto oltre 24 mila domande di rimborso che hanno coinvolto circa 180 milioni di euro, con un’accelerazione evidente negli ultimi mesi. Nel 2010, in particolare, negli uffici della società sono arrivate richieste di rimborso per oltre 56 milioni di euro e lo scorso anno le domande sono lievitate, interessando più di 120 milioni, per un totale di poco meno di 180 milioni. Il Fondo sta insomma subendo continui drenaggi, anche se il deflusso non è immediato: la concessionaria si limita infatti a chiedere al ministero dell’Economia l’accredito delle somme da rimborsare man mano che verifica positivamente le istanze. E delle 24 mila domande di rimborso ricevute finora da Consap ne sono state analizzate circa 15 mila e 3.200 sono quelle effettivamente rimborsate. Ma il deflusso è destinato a proseguire nei prossimi mesi e il Fondo rischia nuovi depauperamenti nonostante proprio in questi giorni stia per arrivare nuova liquidità proveniente da altri risparmi dormienti, che nel frattempo hanno toccato i dieci anni di inattività. Ma il grosso della liquidità sarebbe dovuta arrivare con la prima iniezione di risparmi dormienti, che avrebbe dovuto catturare le vecchie giacenze accumulate in tanti anni. (riproduzione riservata)