di Anna Messia

In zona Cesarini, un attimo prima che il tempo a disposizione fosse quasi completamente consumato, la norma d’attuazione del decreto salva-Italia che ha messo al bando i doppi incarichi nei cda di società concorrenti sta per essere varata. La pubblicazione potrebbe avvenire già oggi, quando dovrebbe riunirsi la Consob per dare il via libera definitivo al documento già condiviso dalle altre autorità di controllo, ovvero Banca d’Italia, Isvap e Antitrust. Subito dopo le singole autorità dovrebbero mettere sul loro sito internet il fascicolo che consentirà di fare definitiva chiarezza sull’articolo 36 del decreto salva-Italia che ha messo al bando gli incroci tra i consigli di amministrazione di società che operano nel settore finanziario. Un intervento che aveva promesso di scuotere i piani alti della finanza, ma che allo stesso tempo aveva lasciato spazio a interpretazioni divergenti. Per questo motivo c’è stato bisogno dell’intervento delle autorità di vigilanza, coinvolte attraverso un lavoro congiunto e irrituale di preparazione delle linee guida. Trovare l’intesa di tutti non è stato facile e i chiarimenti arriveranno a pochi giorni dal 26 aprile, data fissata per l’applicazione della legge. A un certo punto si era giunti all’impasse sulle soglie al di sotto delle quali il divieto degli incroci poteva essere disatteso (si veda MF-Milano Finanza del 18 aprile). Una prima versione delle linee guida, secondo quanto ricostruito da MF-Milano Finanza, prevedeva che oltre al vincolo del fatturato delle società coinvolte (circa 50 milioni), per far scattare la tagliola sarebbe stato necessario raggiungere un fatturato congiunto (somma delle due società interessate) pari ad almeno 470 milioni. Ma in questo modo si rischiava di tenere fuori dalla legge una parte troppo consistente del mercato finanziario, soprattutto bancario, visto che il mercato assicurativo italiano è molto concentrato; almeno secondo l’interpretazione del governo, visto che nella sua stesura originale della norma non aveva previsto alcuna soglia. A seguire da vicino il dossier è stato in particolare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, che quando era alla guida dell’Antitrust aveva più volte sollevato il problema dei numero incroci di consiglieri nelle principali società finanziarie italiane. E alla fine, nella stesura definitiva delle linee guida, il vincolo dei 470 milioni è stato eliminato mantenendo solo quello dei 47 milioni. Così le società che finiranno nella rete dell’articolo 36 saranno più di mille. (riproduzione riservata)