Ma il progetto di fusione con Unipol resta l’unico possibile

Sì alla valenza industriale del progetto di fusione presentato da Unipol. Ma per FonSai occorre approfondire ancora i termini del concambio, portando soluzioni migliorative alla proposta di base. È questo il succo del lunghissimo cda di FonSai, fi nito a tarda sera. I consiglieri hanno dato mandato al management di avviare consultazioni molto rapide per arrivare in tempi brevi a una soluzione migliorativa. Il cda ha anche ribadito che, al momento, non eistono ipotesi alternative a quella della fusione con Unipol. Oggi tocca a Milano dire la sua sul progetto del gruppo bolognese. Intanto ieri la Guardia di fi nanza di Milano ha sequestrato il 20% delle azioni Premafi n su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale. Le azioni fanno capo, direttamente e indirettamente, a due trust di diritto estero, che, secondo gli inquirenti, risalgono a persone vicine alla famiglia Ligresti. Secondo il pm Luigi Orsi, che conduce le indagini, «il valore del predetto titolo sarebbe stato oggetto di manipolazione per il tramite delle partecipazioni detenute da enti controllati dai citati trust, provocandone una sensibile alterazione del prezzo delle azioni». Già da mesi, la Consob aveva segnalato alla procura oltre all’ipotesi di ostacolo agli organi di vigilanza, anche quella di manipolazione «del corso del titolo Premafin», perpetrata attraverso le holding Sinergia e Imco in un periodo compreso «tra il novembre 2009 e il settembre 2010. La Commissione ha accertato che, in questo arco di tempo, una serie di società estere (Darlis Anstalt, Ulero Anstalt, Alembert Associates, Okanda Stiftung) hanno sistematicamente acquistato azioni Premafi n in asta di chiusura in modo tale da determinare artifi ciosamente il prezzo del titolo, al rialzo. La Commissione ha anche accertato che» gli acquirenti «sono di pertinenza di due trust (The Heritage e The Ever Green Security) che detenevano, al 16 settembre 2010, un complessivo 20% del capitale di Premafi n e risultavano gestiti da Giancarlo De Filippo, persona vicina alla famiglia Ligresti, che peraltro controlla Premafin » attraverso una serie di società «tra le quali Sinergia e la sua controllata Imco». E proprio ieri sera, alle varie accuse, si è aggiunta quella di aggiotaggio per Salvatore Ligresti e Giancarlo De Filippo. La notizia della richiesta di fallimento per le holding Sinergia e Imco, e la celerità con cui è stata fi ssata l’udienza al tribunale fallimentare di Milano hanno intanto dato un’improvvisa accelerata al processo di ristrutturazione del debito delle due società che assieme ai creditori starebbero già lavorando alla presentazione di un piano riscadenziamento secondo l’articolo 182 bis della legge fallimentare. Per il pm Luigi Orsi, il gruppo Sinergia deve 335 mln alle banche, di questi 305 mln gravano su Imco, e 60 mln da creditori non fi nanziari, prevalentemente fornitori di servizi di cantiere, per un debito totale di circa 400 mln. Inoltre, dalle indagini del collegio sindacale di FonSai, cui Consob aveva chiesto un’integrazione alla relazione presentata all’assemblea, è emerso che Salvatore Ligresti, dal 2003 al 2010 ha percepito oltre 40 mln in consulenze a FonSai e a Milano ass. e altri 2,25 mln per un «ulteriore contratto di consulenza» con Progestim, società del gruppo. Dal canto suo, ieri sera Unipol, in una nota, ha ribadito ancora una volta che ha «assunto l’impegno nei confronti di tutti gli amministratori e sindaci in carica negli ultimi cinque anni (2007-2011) in Premafi n, Fondiaria Sai, Milano assicurazioni o nelle rispettive controllate a non proporre e, in ogni caso, a votare contro eventuali proposte di esercizio dell’azione sociale di responsabilità (di cui all’articolo 2393 codice civile)». © Riproduzione riservata

 

Arpe: l’offerta Sator-Palladio sempre valida fi no al 30 aprile

Abbiamo fatto un’offerta, migliorativa anche in termini quantitativi, che vincola 450 mln di euro» a favore di Premafi n per il salvataggio di FonSai. «Quest’offerta scade il 30 aprile e quindi a oggi è valida. Aspettiamo di vedere che delibere e che decisioni prenderanno le società». Lo ha affermato il numero uno del fondo Sator, Matteo Arpe, che insieme alla Palladio finanziaria di Roberto Meneguzzo, detiene da un paio di mesi una partecipazione di poco superiore all’8% nel capitale di FonSai. «Banca Profilo ha già dato il suo impegno a partecipare, a livello di Premafin », ha aggiunto ancora l’ex a.d. di Capitalia, in merito all’ipotesi che FonSai non portasse avanti l’ipotesi di riassetto disegnata da Unipol. La proposta di Arpe e Meneguzzo prevede infatti che Premafi n venga dotata di 450 mln euro fi nalizzati a partecipare pro-quota a un aumento di capitale della controllata FonSai, compagnia pesantemente indebitata soprattutto nei confronti di Mediobanca e Unicredit. «Abbiamo chiesto» al cda di FonSai «se l’aumento di capitale (proposto da Unipol, ndr) fosse dipendente o meno e ci è stato assicurato che è indipendente, ma il consorzio di garanzia di fatto lo è», ha proseguito Arpe. Il banchiere milanese ha sottolineato di «condividere le indicazioni fatte dal cda di FonSai su nostra specifi ca domanda. Ha ritenuto fattibile un consorzio con un aumento di capitale autonomo e indipendente. I soldi sono pronti e l’offerta è valida», ha ribadito Arpe. © Riproduzione riservata