di Andrea Di Biase

 

Fondiaria-Sai ha chiuso il 2011 con una perdita netta consolidata di 1,02 miliardi. Ciononostante, come nell’esercizio 2010, archiviato con un rosso di 928 milioni, i vertici del gruppo sono stati remunerati profumatamente. Secondo quanto riportato nella relazione predisposta dalla società in vista dell’assemblea del 24 aprile, i 19 componenti del consiglio di amministrazione hanno percepito complessivamente un compenso di poco superiore a 8 milioni di euro, che però supera i 25 milioni considerando anche i pagamenti effettuati dal gruppo FonSai agli amministratori della compagnia come manager di società del gruppo e per le prestazioni professionali e le consulenze. Considerando anche il collegio sindacale (812 mila euro) e i dirigenti con responsabilità strategica (5,21 milioni, di cui 661 mila euro al dg Piergiorgio Peluso), l’intero vertice del gruppo assicurativo ha percepito per l’esercizio 2011 in totale 31,2 milioni di euro. Si tratta di una cifra importante e che sicuramente farà discutere, considerando le difficoltà in cui si trova la compagnia, che si appresta a chiedere un nuovo e più consistente sforzo ai suoi azionisti dopo l’aumento di capitale di solo un anno fa. A onor del vero, i 31,2 milioni tengono conto anche degli oltre 11 milioni di euro assegnati all’ex ad di FonSai, Fausto Marchionni, a titolo di indennità di fine carica e di cessazione del rapporto di lavoro come direttore generale. Depurato dalla liquidazione di Marchionni, che quando era al timone del gruppo ha comunque contribuito a portare la compagnia nella difficile situazione in cui si è venuta a trovare, la cifra liquidata da FonSai ai suoi amministratori scenderebbe dunque a poco più di 20 milioni. Al di là di Marchionni, la palma di amministratore più remunerato va a Jonella Ligresti. Con oltre 2,5 milioni di euro, la primogenita di Salvatore, che ricopre il ruolo di presidente (dallo scorso anno non più esecutivo), si colloca davanti all’attuale ad, Emanuele Erbetta, che ha ricevuto compensi complessivi per 2,2 milioni, e al vicepresidente Antonio Talarico, che ha intascato 2,19 milioni. Ma se nel caso di Erbetta e Talarico si giunge alla cifra finale sommando al compenso fisso per la carica ricoperta in cda (462 mila per l’ad e 282 mila per il vicepresidente) gli importi ricevuti per altri incarichi nel gruppo, nel caso del presidente il compenso è stato determinato su base fissa (dunque non in base ai risultati della compagnia) tre anni fa. Il cda di FonSai del 24 aprile 2009, riunitosi dopo l’assemblea, che aveva fissato in 1,3 milioni il compenso lordo annuo per tutto il board, ha infatti deliberato, con il parere favorevole del comitato remunerazone e del collegio sindacale, di fissare in 2,35 milioni la retribuzione lorda annua del presidente. Paradossalmente, il compenso base di Erbetta, che in qualità di ad ha la responsabilità della gestione del gruppo, è significativamente più basso. Il top manager percepisce infatti 462 mila euro per la carica, cui si aggiunge un altro milione per il ruolo di direttore generale. Nel 2011 l’importo è lievitato fino a 2,2 milioni per tenere conto anche della liquidazione e dei compensi quale ex-dipendente di Milano Assicurazioni. Lautamente remunerati, rispetto ad altre compagnie assicurative quotate, anche gli altri vicepresidenti. Se Talarico sfonda la soglia dei 2 milioni grazie alla carica ricoperta e al rapporto di lavoro dipendente in Immobiliare Lombarda, Massimo Pini, in virtù delle deleghe al coordinamento strategico del gruppo ricevute nell’aprile 2011, può contare su un ulteriore compenso di 500 mila euro che si somma al gettone di 260 mila per la sola carica di vicepresidente. Pini supera il milione di euro di compensi grazie anche alla retribuzione per alcune prestazioni professionali rese ad altre società del gruppo. L’altro vicepresidente, Giulia Ligresti, dimessasi il 23 dicembre per mantenere il ruolo di presidente di Premafin, per le cariche ricoperte in Fon- Sai ha ricevuto 837 mila euro. Suo fratello Paolo, che oltre a sedere nel cda della compagnia ha ricoperto ruoli esecutivi nelle società immobiliari del gruppo, ha percepito una remunerazione complessiva di 1,6 milioni. Complessivamente dunque i tre fratelli Ligresti nel 2011 hanno percepito 5 milioni. Importanti anche le parcelle pagate da FonSai a due suoi consiglieri per le prestazioni professionali prestate quali consulenti. L’avvocato Carlo d’Urso ha presentato una parcella di 1,8 milioni, mentre l’avvocato Vincenzo La Russa una da 511 mila euro. La lista dei consulenti include anche Fausto Rapisarda, braccio destro di Salvatore Ligresti (1,42 milioni), e Barbara De Marchi, moglie di Paolo Ligresti (200 mila euro) mentre Gilli, la griffe di Giulia Ligresti, ha ricevuto 320 mila euro per servizi di marketing e acquisto di omaggi. Salvatore Ligresti, dopo i 40 milioni di consulenze tra il 2003 e il 2010, si è dovuto accontentare di 250 mila euro. Prosegue intanto l’inchiesta della Procura di Milano. In questi giorni il pm Luigi Orsi ha sentito anche Giovanni La Croce, l’esperto chiamato ad asseverare il piano di risanamento di Premafin, la holding del gruppo Ligresti, sulla cui solidità si concentrano i timori della Procura. (riproduzione riservata)