Continuano senza sosta le riunioni sui concambi di fusione tra i vari attori in campo e i rispettivi advisor per cercare di riuscire a tenere i consigli di amministrazione di Unipol, Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni, in calendario per lunedì prossimo (ma che, stando a indiscrezioni, potrebbero anche slittare). Il nodo da sciogliere rimane quello della definizione dei concambi di fusione. L’operazione disegnata da Unipol con l’ausilio di Mediobanca prevede l’integrazione tra il proprio ramo delle assicurazioni e le tre società quotate della galassia Ligresti: Premafin, Fonsai, e Milano Assicurazioni. 
Le posizioni tra le due parti sul tema sembrano però sempre piuttosto distanti, tant’è che – stando alle ultime indiscrezioni – l’idea sarebbe quella di individuare un prezzo puntuale soltanto per Premafin. In questo caso, infatti, sempre stando al tabellino di marcia attuale, c’è la necessità di stabilire già lunedì un valore legato all’aumento di capitale da 400 milioni, riservato a Unipol. Quanto a Fonsai e Milano, invece, ci si potrebbe limitare a stabilire intervalli di prezzo, entro i quali verranno poi stabiliti i prezzi definitivi che serviranno per fissare i rapporti di concambio.
Il gruppo assicurativo bolognese, dal canto suo, è ancora disponibile a sostenere il riassetto del gruppo Ligresti e la conseguente fusione, ma a condizione di detenere una quota del nuovo polo assicurativo tra il 65 e il 67 per cento. Al contrario, stando ai valori fin qui proposti dalla famiglia siciliana, la compagnia guidata da Carlo Cimbri arriverebbe a controllare appena il 50-55% della grande Unipol.
Intanto, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, le banche finanziatrici del sistema Imco-Sinergia, collocato a monte di Fonsai, potrebbero optare per la ristrutturazione dei debiti nell’ambito dell’articolo 182bis della legge fallimentare (a un certo punto sembrava invece si stesse ragionando sull’articolo 67). Già in passato Ge Capital, la più riottosa tra le banche creditrici, aveva proposto una procedura di ristrutturazione del debito, secondo l’articolo 182bis della legge.