Riceviamo da ITAS e pubblichiamo di seguito, il ricordo  di Edo Benedetti, presidente onorario della compagnia.

 

Edo Benedetti, il nostro presidente onorario, ci ha lasciati, dopo essere stato protagonista della storia dell’ITAS per oltre 40 anni.

Benedetti è entrato nel consiglio di amministrazione di ITAS Mutua dal 1972. Nel 1978 è stato chiamato a ricoprire la carica di vice-presidente e nel 1979 quella di presidente, fino al 2009, quando gli venne attribuita la carica di presidente onorario.

Ha conosciuto tre direttori generali: Aldo Matassoni, Ettore Lombardo, Fabrizio Lorenz. Per l’ITAS è stata una figura non solo dirigenziale, ma quasi di “grande padre”: ha rappresentato l’onestà, la lealtà, l’integrità, l’autorevolezza, la dedizione al lavoro.

Ha difeso l’autonomia della Compagnia e della mutualità. Ne ha accompagnato lo sviluppo sul territorio nazionale. Uno sviluppo basato su una solidarietà assicurativa e su forti valori sociali e civili, che ha fatto dei propri agenti veri e convinti “ambasciatori” – come lui stesso amava ripetere – di quella “trentinità” oggi patrimonio della grande famiglia ITAS in tutto il Paese.

Il conferimento da parte del Capo dello Stato dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro ne è una nobile conferma.

È stato un comunicatore: la sua porta era sempre aperta.

Era un libro di storia vivente, protagonista egli stesso della storia del Trentino e dell’Autonomia, non solo per aver ricoperto la carica di sindaco delle due principali città, Trento e Rovereto, in anni decisivi del loro sviluppo urbano, ma per aver ricevuto, in un certo senso, quasi un “mandato” di impegno civile e politico diretto dalle mani dello stesso Alcide De Gasperi. Benedetti, infatti, non dimenticò mai un episodio che lo vide protagonista nel 1944, giovane ufficiale dell’esercito italiano “cobelligerante” entrato in Roma liberata con gli Alleati della V Armata. Recatosi a salutare De Gasperi alla Biblioteca Vaticana si vide mostrare un piccolo foglio, tratto dalle pagine di un libro celato fra gli scaffali, sul quale lo statista aveva steso a matita i primi appunti di quello che sarebbe poi diventato l’Accordo di Parigi con Gruber, per la pacificazione e l’autonomia da attribuire a Trentino e Alto Adige. Edo Benedetti sentì quella prova di fiducia come una sua diretta responsabilità.

La passione civile, sotto questo aspetto, ha sempre caratterizzato il suo impegno anche nelle scelte economiche. Era orgoglioso che la “sua” Mutua affondasse le radici nella vecchia Europa asburgica e al tempo stesso fosse strumento di riscatto per la realtà povera dei piccoli paesi di montagna, ponendoli al riparo dalle minacce degli incendi e delle alluvioni. Così come voleva che l’innovazione servisse a valorizzare le risorse locali, tanto che nei colloqui con Renzo Piano per la sede sull’area ex-Michelin insisteva perché anche il legno trentino venisse utilizzato nella costruzione della nuova Casa Itas. Sapeva, ancora, che lo sviluppo economico di un territorio è possibile solo se promosso da uomini generosi e coraggiosi, da caratteri armoniosi e per questo sosteneva con entusiasmo lo sport. Da questo veniva il suo amore per la pratica sportiva a tutti i livelli, che lo portò, dopo essere stato fondatore dell’US Quercia a Rovereto, a sponsorizzare la squadra di pallavolo maschile che fa ormai parte dell’identità trentina e alla quale tutto il mondo guarda con ammirazione.

La sua curiosità lo ha reso un grande cultore d’arte (era nota la “passione” per Depero e per i suoi arazzi) e un formidabile lettore. Il suo sogno era di creare, nella nuova sede, una libreria che raccogliesse il patrimonio librario della Compagnia. Anche su questo si intratteneva a lungo, nell’ambito del Premio ITAS, con il presidente Mario Rigoni Stern e con i giurati: difendeva la volontà di ITAS di mantenere un premio unico nel sostenere la cultura alpina e nel raccontarne gli orizzonti di vita.

L’ITAS lo ricorda così, come un grande presidente e un grande cittadino della terra che amava: il Trentino.