di Anna Messia

Ennio Doris, numero uno di Mediolanum, lancia la carica di consigliere di amministrazione di Mediobanca, mentre Giovanni Bazoli si appresta a rassegnare il mandato dal vertice di Mittel. Nelle settimane scorse Bazoli aveva già deciso di lasciare il consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, perché incompatibile con il ruolo di presidente di Intesa Sanpaolo. Ora, dopo la pubblicazione da parte di Consob, Isvap e Banca d’Italia delle linee guida interpretative dell’articolo 36 del decreto salva- Italia il banchiere bresciano, secondo quanto anticipato ieri da milanofinanza.it, avrebbe maturato l’idea di dimettersi anche dalla presidenza di Mittel. La decisione di Bazoli, che potrebbe essere ufficializzata già nelle prossime ore, sarebbe stata presa proprio alla luce della stringente interpretazione della norma sui doppi incarichi data dalle tre autorità di vigilanza e formalizzata nel documento pubblicato venerdì 20 aprile. E ieri è arrivata la notizia che anche Doris ha scelto, come si poteva prevedere, la poltrona di Mediolanum e lascia Mediobanca. Ma la lettera di dimissioni di Bazoli dal vertice di Mittel e di Doris da Mediobanca sono solo due delle numerose missive che nelle prossime ore rimescoleranno i consigli delle principali società finanziarie italiane, coinvolgendo indistintamente banche e compagnie di assicurazione. Nei giorni scorsi le singole authority, in particolare Isvap e Banca d’Italia, avrebbero fatto i loro conti per misurare gli effetti sul settore vigilato, assicurativo da una parte e bancario dall’altro. E dall’incrocio dei dati sarebbe emerso che gli amministratori interessati dal provvedimento sarebbero per l’esattezza 1.023. Un po’ meno dei circa 1.500 che venivano fuori dalle stime iniziali delle authority, che non tenevano però conto della soglia dei 47 milioni di fatturato al di sotto del quale l’obbligo di sciogliere gli incroci di poltrone potrà essere disatteso. A rimanere fuori, dunque, sono soprattutto piccole banche locali. Ma anche con queste nuove stime sono comunque un piccolo esercito gli amministratori che dovranno accontentarsi di una sola poltrona. E tra questi ci sono nomi di primo livello, come l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, che avrebbe già deciso di lasciare la vicepresidenza delle Generali e il direttore generale di Piazzetta Cuccia, Francesco Saverio Vinci che avrebbe maturato la scelta di lasciare il posto in Generali a un professionista di alto profilo. E nell’elenco dei 1.023 ci sono anche Vincent Bolloré, che siede sia in Mediobanca sia in Generali, Fabrizio Palenzona (presente in Unicredit e Mediobanca), oltre a Jonella Ligresti (è in FondiariaSai e in Mediobanca). Intorno a Piazzetta Cuccia e al Leone di Trieste, insomma, ruotano le partite più importanti. Ma ci sono anche altri tasselli rilevanti che dovranno essere risistemati entro dopodomani, termine ultimo indicato dalla legge per adeguarsi alle nuove norme, pena la decadenza da tutte le cariche. Anche se, in realtà, qualcuno si è già mosso con un po’ di anticipo senza aspettare l’ultimo minuto. Come Carlo Pesenti, che ha lasciato Unicredit per restare in Mediobanca o anche Francesco Gaetano Caltagirone, che è uscito da Mps e non da Generali mentre per Unicredit c’è in lista il figlio Alessandro. O ancora Vincenzo Calandra Buonaura, che ha preferito mantenere la poltrona in Unicredit rinunciando alla partecipazione al cda di Credito Emiliano. Ed è ancora notizia di ieri che Giuseppe Camadini, consigliere di Ubi, ha consegnato le dimissione dall’incarico di membro del consiglio di Cattolica Assicurazioni. Mentre gli organi di amministrazione delle partecipate assicurative dell’Automobile club (Aci) hanno subito una vera e propria rivoluzione. Nei consigli di Sara Vita e Sara Assicurazioni sedevano fino a qualche giorno fa sia rappresentanti di Reale Mutua sia consiglieri in quota di Generali Assicurazioni, entrambe azioniste delle compagnie del gruppo Aci. Incroci diretti tra consiglieri di compagnie che sono finiti nel mirino del legislatore. Così da Sara Assicurazioni si sono dimessi in sei (tra cui il vice presidente Iti Mihalich che è anche presidente di Reale Mutua) e da Sara Vita sono usciti quattro consiglieri, tutti già rimpiazzati. Ma altri incroci tra compagnie dovranno sciogliersi. Fabio Cerchiai, ex presidente Ania, per esempio, dovrà scegliere tra la presidenza di Arca e Arca Vita e il consiglio di Veneto Banca. (riproduzione riservata)