di Andrea Montanari

Non c’è pace sul fronte finanziario per Giovanni Consorte. Sul percorso che ha portato l’ingegnere di Chieti a dar vita al progetto Intermedia c’è di nuovo la Banca d’Italia. Ma questa volta l’intervento di via Nazionale è ancora più incisivo rispetto ai precedenti. Nel 2008 venne stoppato il progetto di acquisizione di Banca Emilveneta per «mancanza di correttezza nelle relazioni d’affari con l’autorità» e nel 2009, per ben due volte, quello di Classica Sim. Ma venerdì scorso l’istituzione presieduta da Ignazio Visco, secondo quanto appreso in ambienti finanziari da MF-Milano Finanza, ha notificato ai vertici di Intermedia Holding la cancellazione dall’albo degli intermediari finanziari (ex articolo 107 del Tub) della società Intermedia Credito nata dopo l’acquisizione del controllo della romana Ecla, fino a qualche anno fa di proprietà della famiglia Haggiag. Imprenditori, questi ultimi, che dapprima, nel dicembre del 2008, cedettero per 8,55 milioni a Consorte il 30% della società specializzata nella cessione del quinto dello stipendio e nell’erogazione di mutui di breve durata, e due anni più tardi gli vendettero il restante 70%, ottenendo in cambio il 3% della stessa Intermedia Holding nel cui cda siede Roberto Haggiag (consigliere anche della Camfin di Tronchetti Provera). La scure di Bankitalia su Intermedia Credito è arrivata al termine di una lunga e accurata indagine compiuta dagli ispettori di Palazzo Koch. Oggetto d’interesse, in particolare, la gestione precedente a quella di Consorte e il periodo di «limbo» intercorso dall’effettivo passaggio di consegne dai vecchi proprietari, gli Haggiag, a Intermedia. Nel dispositivo di via Nazionale si fa riferimento a una serie di osservazioni in merito alla gestione della società finanziaria oggi guidata dall’amministratore delegato Cristiano Giannuzzi. Non è da escludere che nel provvedimento di cancellazione dell’albo degli intermediari finanziari Bankitalia abbia comminato sanzioni agli amministratori e membri del collegio sindacale della vecchia Ecla e della nuova Intermedia Credito. Al momento, però, non c’è certezza delle multe anche perché potrebbero arrivare in un secondo momento quando saranno ufficializzati i verbali nei confronti dei singoli soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione. Lo stop forzato a Intermedia Credito arriva in un momento particolare della vita del progetto industriale al quale Consorte lavora da anni. Perché, come riferito da MF-Milano Finanza il 2 febbraio scorso, alcuni soci capitanati da Alfredo Cazzola (terzo azionista con il 4,66%) hanno chiesto al fondatore e presidente di Intermedia Holding riscontri e delucidazioni sulla gestione complessiva, arrivando a uno scontro aperto che ha portato all’uscita dal consiglio di amministrazione dello stesso Cazzola. E che le acque siano particolarmente agitate lo dimostra il fatto che il cda della capogruppo, fissato per oggi, è stato cancellato e sposato a lunedì prossimo. Ovviamente Consorte e il suo staff vorranno leggere e interpretare il provvedimento di Bankitalia su Intermedia Credito ed eventualmente predisporre le contromosse. Non è da escludere, infatti, che come già avvenuto tre anni fa ai tempi dello stop a Classica Sim, da Bologna parta un ricorso al Tar del Lazio per chiedere la revoca della decisione maturata all’interno di via Nazionale. (riproduzione riservata)