Con la crisi che incombe e le finanze pubbliche che arrancano il rischio di trovarsi senza un impiego e con una pensione sempre più lontana (e più magra) sta aumentando. Un problema sociale, esploso con gli esodati ritrovatisi in mezzo al guado, senza più lavoro e senza aver ancora maturato il diritto alla pensione. Ma si tratta anche di un’opportunità di business per le compagnie assicurative che sono state pronte a lanciare prodotti a copertura di questi nuovi bisogni. È il caso del gruppo Cariparma Crédit Agricole, che in collaborazione con la compagnia del gruppo, Caci, ha proposto al mercato Protezione Ottimismo. La polizza, distribuita negli sportelli della banca, scatta in caso di perdita di lavoro e garantisce all’assicurato il rimborso delle le spese che sostiene di mese in mese, purché certificate. Un paracadute che fa da ammortizzatore sociale, utile per continuare a pagare senza problemi, per qualche tempo, le bollette, la retta scolastica dei figli, la polizza e il bollo dell’auto e magari anche l’abbonamento alla palestra. Il premio da pagare alla compagnia è pari al 3% delle spese assicurate e il rimborso può durare al massimo sei mesi, per un totale di 18 mesi in tre anni. «Una copertura che ha anche una valenza sociale perché la compagnia si accolla rischi che le famiglie e lo Stato non sono in grado di sostenere», spiega Carmine Paolantonio, responsabile bancassicurazione danni del gruppo Cariparma Crédit Agricole. «Possibile anche includere tra le spese da rimborsare il proseguimento di piani previdenziali privati, purché pagati con carta di credito». La polizza, quindi, può essere utile anche a evitare che la perdita momentanea di lavoro possa avere effetti negativi sui versamenti necessari per garantirsi una pensione di scorta. Ma le assicurazioni, in realtà, già dal 2009 hanno iniziato a svolgere una funzione sociale rilevante con l’esplodere della prima crisi di fine 2008 e la crescita della disoccupazione. In particolare quelle specializzate nelle creditor protection, come Caci appunto, che aiutano i consumatori a far fronte agli impegni finanziari, ovvero mutui, carte di credito e prestiti personali, quando subiscono un infortunio, si ammalano o perdono il lavoro. La stessa Caci negli ultimi quattro anni ha pagato circa mille sinistri, e una crescita analoga è stata riscontrata da Genworth Financial, altra compagnia leader nel settore della creditor protection. «Dal 2008 abbiamo pagato oltre 70 milioni di euro di sinistri», spiega Bruno Patroncini, responsabile vendite di Genworth Financial Lifestyle Protection in Italia. «Il picco nel 2010 quando ricevevamo fino a 10 mila telefonate di assistenza al mese sui sinistri, rispetto a 2.500 in tempi normali». Nel 2011 il trend di crescita dei sinistri era stato invertito, «ma nel primo trimestre di quest’anno ci siamo riavvicinati ai valori del 2010». Insomma, le compagnie si preparano di nuovo a far fronte agli impegni che hanno preso con gli assicurati. «Ma ora, con il mercato del lavoro che cambia, è il momento di lanciare iniziative per allargare la base clienti, abbassare i rischi per le compagnie e aumentare la protezione per le famiglie». (riproduzione riservata) Anna Messia