La Consob prosegue gli approfondimenti sull’operazione con Ppf e sulla mancata comunicazione al mercato del rinnovo della jv con Kellner. Serge Dassault smentisce il figlio su Mediobanca 

di Andrea Di Biase

Un’alleanza tra Unicredit e Generali nella bancassurance, almeno per ora, non sembra avere grandi possibilità di essere realizzata.

Dopo la timida apertura del ceo di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, è stato ieri il group ceo del Leone, Giovanni Perissinotto, a dire la sua sulla questione. «Non ci sono contatti in corso con Unicredit», ha affermato Perissinotto, che ha poi illustrato le ragioni che hanno portato allo scioglimento della precedente joint venture con Intesa Sanpaolo e sconsiglierebbero ora un’alleanza simile con Piazza Cordusio. «Abbiamo sempre detto», ha spiegato Perissinotto, «di credere in una diversità di canali, ma per noi il principale rimane quello agenziale. Abbiamo poi canali come i promotori finanziari e crediamo in quelli diretti, in cui siamo primi in molti Paesi. Crediamo anche nella bancassurance, che vediamo però come canale piuttosto marginale per l’apporto che può dare al conto economico. Detto questo noi siamo sempre pronti a guardare a opportunità e a discuterne, ma se mi chiedete se in questo momento c’è qualche contatto, la risposta è no». Il group ceo di Generali ha inoltre sottolineato come un’eventuale accordo di bancassurance con Unicredit dovrebbe tenere conto della «legislazione antitrust in Italia, che è un fattore importante».

Continua intanto il monitoraggio della Consob sull’operazione in Est Europa tra leGenerali e il gruppo Ppf. Dopo le audizioni del responsabile del bilancio della compagnia, dei revisori e del vicepresidente, Vincent Bolloré, che si era astenuto sul bilancio 2010 proprio per alcune perplessità su tale operazione, l’authority guidata da Giuseppe Vegas sarebbe ancora al lavoro per avere alcuni chiarimenti sulla vicenda. In particolare la Consob vorrebbe capire per quale ragione la compagnia non ha comunicato al mercato il rinnovo degli accordi con il finanziere Petr Kellner, la cui scadenza originaria era luglio 2010.

Si smonta invece la possibilità che il gruppo francese Dassault possa rientrare inMediobanca accanto a Bolloré rilevando la quota di Groupama. È stato il patron Serge Dassault in persona a smentire quanto indicato in un’intervista a Les Echos dal figlio Laurent. Eventualità poi smentita anche da Groupama. (riproduzione riservata)