«Il 2011 è un anno in cui cominciamo a raccogliere, dopo avere seminato negli anni precedenti». Lo ha dichiarato Lorenzo Pellicioli, presidente di Dea Capital, al termine dell’assemblea dei soci che ha approvato i conti del 2010 della società del Gruppo De Agostini. Tra l’altro, ha precisato il manager, è «in dirittura d’arrivo» nell’immobiliare la fusione Fare-Fimit. In proposito, a margine dell’evento, l’ad di First Atlantic Real Estate Sgr (Fare, controllata da Dea al 70%), Daniel Buaron, ha manifestato l’auspicio di chiudere il deal «entro luglio». «I documenti – ha aggiunto Buaron – ora sono in Consob, che poi li invierà in Banca d’Italia».
Pellicioli, sempre a margine dell’evento, è intervenuto sulle partecipazioni detenute dal gruppo di Novara e in particolare, alla luce delle recenti tensioni ai vertici che hanno portato fino all’uscita del presidente Cesare Geronzi, su quella del 2,43% nelle Generali. Tale quota, ha precisato il manager, rappresenta «un investimento finanziario di medio-lungo termine» e, circa la possibilità di incrementarla, «è stabile». Guardando invece alla governance della compagnia del Leone, di recente oggetto di critiche soprattutto da parte del vicepresidente Vincent Bolloré, si tratta di quella che «abbiamo sempre progettato, proposto e sostenuto». Dal cda del 6 aprile, quando è stata decisa l’uscita di scena di Geronzi, il gruppo triestino, a parere di Pellicioli, esce insomma «rafforzato». «Non abbiamo mai fatto problemi di persone – ha puntualizzato il manager – ma sempre problemi di metodo». In altri termini, la governance per cui De Agostini si è sempre spesa punta a individuare «chiaramente un capo-azienda», in modo da instaurare «una relazione costruttiva e dialettica tra il capo-azienda e gli altri organi delegati, ovvero il comitato esecutivo e il cda». Pellicioli ha infine fatto sapere che il gruppo di Novara non è interessato a entrare né in Rcs né in Mediobanca.