Crescono le frodi aziendali in Italia, con notevole aumento della contraffazione e pirateria commerciale mentre, contrariamente alla percezione collettiva, calano le condanne per corruzione, concussione e condizionamento di appalti pubblici. A rivelarlo è uno studio del Laboratorio frodi, una nuova collaborazione tra l’Osservatorio di Revisione della Sda Bocconi e PricewaterhouseCoopers, nato per studiare il tema delle frodi e la criminalità economico-finanziaria in ambito aziendale e aiutare le imprese nell’introduzione di adeguati strumenti di prevenzione e monitoraggio. Lo studio ha preso in esame un ampio campione di condanne definitive per reati economici-finanziari che hanno avuto un impatto sulle imprese. Più in dettaglio su un totale di 89.714 condanne prese in esame dal 2000 al 2008, il 21% è rappresentato dall’appropriazione indebita e il 19% dalla contraffazione. I fenomeni corruttivi rappresentano il 7% delle condanne e registrano un trend complessivamente decrescente (all’interno di questa categoria le condanne relative ad appalti truccati sono invece aumentate). È interessante poi evidenziare che quasi il 40% delle condanne è costituito da reati fallimentari. È noto che tali reati comprendono condotte illecite quali falsificazioni contabili e frodi di bilancio volte ad occultare il dissesto, distrazione di asset aziendali, omesse comunicazioni, ricorso abusivo al credito. I dati sembrano quindi confermare che alcune condotte illecite vengono a galla soprattutto quando il management non può più nasconderle perché sono uscite fuori dal suo controllo, ma anche quando è ormai troppo tardi per rimediare. Inoltre, emerge che si tratta di illeciti tali da danneggiare l’impresa, portandola al dissesto o aggravandone le conseguenze.