Assistenza, consulenza e formazione sono le carte vincenti dei pf. Gli spunti dalle ricerche Gfk Eurisko presentate al Salone della gestione del risparmio 

di Stefania Ballauco

Alcune settimane fa si è conclusa la seconda edizione del Salone della Gestione del Risparmio organizzata a Milano da Assogestioni. L’evento ha fornito diversi spunti di riflessione e messo in evidenza importanti orientamenti di mercato e risparmiatori. Fra i tanti momenti di interesse, quello dedicato all’analisi dell’aggiornamento e della certificazione professionale nell’ambito dell’attività di promotore finanziario: ne ha studiato gli elementi Gfk Eurisko, che ha condotto un’indagine ad hoc per fpa all’interno del PF Monitor, giunto alla IX edizione e realizzato su un campione di 1.520 promotori finanziari attivi appartenenti a dieci differenti società. PF Monitor ha messo in evidenza come ormai vi sia una completa percezione del valore della certificazione professionale erogata dalla Fondazione, nata nel gennaio 2002 per iniziativa di Anasf, sottolineando che nel panel degli intervistati un promotore finanziario su cinque è certificato. Non solo, l’indagine ha mostrato anche che i professionisti certificati fpa hanno mediamente un profilo professionale superiore rispetto agli altri colleghi in termini di maggiore esperienza, di valore del portafoglio gestito, di titolo di studio e di ruolo ricoperto all’interno delle società.

Con quale spirito si affronta il percorso della certificazione? L’84% del campione totale ha indicato come motivazione principale il bisogno di accrescere costantemente la propria formazione, mentre solo il 13% degli intervistati ha dichiarato di certificarsi per avere un riconoscimento di mercato e appena il 3% lo fa per avere un riconoscimento da parte dei clienti. Disaggregando i dati, emerge come il valore di fpa come riconoscimento esterno sia più avvertito dai promotori finanziari con minore anzianità, con funzioni manageriali e con un livello di istruzione inferiore.

Tirando le somme, la certificazione fpa è una possibilità di miglioramento del proprio profilo professionale.

La tre giorni dedicata al mondo del risparmio e ai suoi attori è stata anche l’occasione per commentare i risultati di un’altra indagine condotta sempre da Gfk Eurisko, in collaborazione con Prometeia sui risparmi delle famiglie italiane. L’edizione 2011 della ricerca ha segnalato un incremento della quota di famiglie che detengono prodotti finanziari, amministrati o gestiti, e una ripresa dei portafogli dopo la caduta registrata nel periodo 2008-2010. L’analisi ha evidenziato che le attese verso l’investimento mostrano un orientamento alla flessibilità e alla rapidità di un eventuale smobilizzo, da interpretare non tanto come un’accresciuta tendenza verso lo short term, quanto come la necessità di poter contare sulla mobilità del denaro familiare, che richiede soluzioni di gestione più flessibili e sincroniche con le esigenze di utilizzo.

La ricerca ha messo in luce anche il miglioramento riscontrato nella relazione tra investitori e interlocutori che ha determinato un incremento della soddisfazione, dal lato del cliente, e l’esigenza di calare ogni progetto di consulenza su necessità e linguaggi dei vari segmenti di investitori, dal lato dei promotori finanziari, immettendo il prodotto finanziario all’interno di un sistema di obiettivi e progetti nei quali essi possano ritrovare il senso della gestione positiva del loro denaro, nel medio come nel lungo termine. Con tale scopo, i diversi canali distributivi hanno accompagnato le famiglie in questo processo di ribilanciamento dei portafogli dagli strumenti di liquidità verso componenti con maggiori prospettive reddituali, ribilanciamento avvenuto in un contesto difficile dei mercati finanziari anche per le ricorrenti tensioni sul fronte del debito pubblico. In tale scenario la ricerca ha evidenziato come il canale bancario, che intermedia la quota più rilevante delle attività finanziarie complessive delle famiglie, abbia confermato ancora elementi di debolezza nel comparto dei fondi comuni; le politiche di offerta del canale bancario sono rimaste orientate infatti per lo più verso prodotti assicurativi, come risposta all’elevata domanda di investimenti con protezione del valore del capitale. I promotori finanziari invece – lo dice Gfk Eurisko – che rappresentano oggi la rete distributiva che ha ormai razionalizzato l’intera struttura produttiva, hanno registrato un recupero più intenso, risultando maggiormente in grado di valorizzare le potenzialità dei portafogli della clientela, adeguando le strutture di offerta sia sul fronte dei prodotti che dei servizi di consulenza. Ne sono la testimonianza i numeri: nell’ultimo biennio le reti di promotori finanziari hanno raccolto oltre 20 milioni di euro in prodotti gestiti a fronte di deflussi ancora importanti del canale bancario.