CARLOTTA SCOZZARI

È durato ore il cda di ieri dellaBanca Popolare di Milano che si èriunito per analizzare le risultanzedell’ispezione della Banca d’Italiadopo che l’Authority avevamesso nel mirino qualità dei crediti,organizzazione interna e governance.Nonostanteciò, il board siè per il momentochiuso con unnulla di fatto, decidendodi rinviarel’esame vero eproprio dei rilievial cda fissato peril 19 aprile. «Sirende noto – recitala nota diramataieri in serata subito dopo la conclusionedel board – che il consigliodi amministrazione della BancaPopolare di Milano ha ricevutoin consegna il verbale afferentegli accertamenti ispettivi svoltidalla Banca d’Italia presso la sededella Bipiemme da settembre2010 a marzo 2011, e si è impegnatoa esaminare i rilievi nellariunione del consiglio convocataper martedì 19 aprile».La banca milanese, intanto, restaal centro dell’attenzione mediaticaanche per il nodo dell’aumentodi capitale. Operazione, va ricordato,vivamente consigliata daglianalisti e anche ipotizzata dal managementdi recente (in particolaredal presidente di Bpm MassimoPonzellini) ma fino a ora semprerespinta con convinzionedai sindacatiazionisti.Proprio in una intervistapubblicataieri, il vicepresidentedell’istitutodi PiazzaMeda GrazianoTarantini ha sottolineatochel’eventualità diuna ricapitalizzazione non costituisce«l’unica strada per rafforzare ilpatrimonio e non deve essereun’operazione frettolosa». La sensazioneè dunque che i tempi si stianoallungando almeno al secondosemestre del 2011. Il vice di Ponzelliniha poi prospettato la possibilitàdi un nuovo piano industriale(«Il vecchio – ha detto – andrebberivisto. Da gennaio a oggi è cambiatoil quadro. Il credito tira moltopiù della raccolta»). Se si considerail riferimento al piano, è difficilenon stabilire un parallelo con irecenti casi di Intesa Sanpaolo eMonte dei Paschi. Le due banche,infatti, hanno sfruttato la presentazionedel business plan proprioper ufficializzare le rispettive ricapitalizzazioni.In ogni caso, affermavanoin una nota di ieri gli analistidi Intermonte, le parole di Tarantini«vanno nella direzione danoi ipotizzata da alcuni mesi, ovverouna ricapitalizzazione da500-600 milioni per rimborsare gliaiuti di Stato e finanziare la crescitadegli impieghi».