«Caro Ponzellini, 600 milioni non bastano». Questo è il segnale che sembra venire dalla Banca d’Italia alla Popolare di Milano. Messaggio ricevuto: infatti, secondo fonti vicine all’istituto di Piazza Meda, è in arrivo un aumento di capitale superiore a quella cifra. È vero che la richiesta giunta da Bankitalia dopo l’ispezione dei mesi scorsi non contiene numeri espliciti, ma è altrettanto vero che il monito di Palazzo Koch invita ad attuare entro giugno una operazione più consistente di quella prospettata di recente dal presidente di Bpm, Massimo Ponzellini. Quest’ultimo, prima ancora che giungesse il richiamo di via Nazionale, aveva presentato al cda una ipotesi di ricapitalizzazione da 600 milioni, che tuttavia era stata bocciata dai sindacati azionisti. Era poi sembrato che ci si stesse orientando verso i 200-250 milioni, ma poi, con la richiesta giunta da Bankitalia,l’ipotesi è stata accantonata.
L’orientamento attuale è dunque quello di procedere con un aumento superiore ai 600 milioni, che tra l’altro servirebbe a finanziare anche la riorganizzazione del portafoglio azionario, che dovrebbe contemplare sia l’incorporazione della controllata Banca di Legnano (l’attuale 93,51% salirebbe al 100%), sia la fusione tra Cr Alessandria e Cr Asti. Per concretizzare il deal, il gruppo milanese dovrebbe portare la propria partecipazione in quello alessandrino appena sotto il 100%, dall’attuale 80%, mentre nella cassa astigiana, ora partecipata al 20%, l’intenzione sarebbe di salire fino al controllo.
L’annuncio della ricapitalizzazione potrebbe giungere già martedì 19 aprile, quando il cda di Bpm esaminerà l’esito dell’ispezione di Palazzo Koch. In tale caso, potrebbe essere convocata un’assemblea straordinaria dopo quella del 30 aprile, chiamata a dare il via libera al bilancio del 2010. Tra l’altro, alcuni consiglieri starebbero spingendo affinché contestualmente all’aumento di capitale fosse anche presentato un nuovo piano industriale, come fatto di recente sia da Intesa Sanpaolo sia da Mps. Non sarebbe invece ancora stato affrontato il nodo del dividendo da staccare. Ieri mentre è emerso che i francesi di Société Générale sono saliti al 4,3% di Piazza Meda, il dg, Fiorenzo Dalu non ha rilasciato commenti sulla lettera di Palazzo Koch («Ci sarà un consiglio martedì che deciderà sui temi del comunicato»). Mentre sulla flessione del titolo in Borsa (-2,37% ieri) il commento è stato: «Questa mattina stanno soffrendo tutti i titoli».