INNOVAZIONE

Autore: Massimiliano Talarico
ASSINEWS 361 – Marzo 2024

Una delle cose che ho notato spesso parlando con le persone è che molti sono convinti che l’IA comprenda appieno, abbia piena coscienza di quello che ci comunica.

È vero, la ricerca sta facendo passi da gigante e quasi ogni giorno leggiamo di nuovi importanti traguardi, ma dobbiamo anche essere consapevoli di quello che l’IA non sa ancora fare, per evitare fraintendimenti che potrebbero rivelarsi pericolosi.

Forse il punto più importante da comprendere è che, ad oggi, un sistema di intelligenza artificiale non è realmente consapevole, non ha una propria identità o esperienze di vita, non percepisce il mondo come noi esseri umani. Le sue “conoscenze” sono solo associazioni statistiche, apprese analizzando enormi moli di dati e non derivano da una vera comprensione attiva.

Questo significa che non è in grado di generalizzare in modo creativo o gestire situazioni completamente nuove, a meno che non siano molto simili a ciò che ha già “visto”.
Quando diciamo che le “conoscenze” di un sistema di IA sono associazioni statistiche apprese dai dati e non derivano da una reale comprensione, ci riferiamo al funzionamento interno di questi algoritmi. Prendiamo un sistema addestrato sul riconoscimento delle immagini.

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