Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Vanno avanti senza sosta le riunioni per tentare di mettere a punto un piano si salvataggio di Eurovita. Ieri, seconto quanto risulta a MF-Milano Finanza, c’erano in programma incontri one-to-one con le singole banche che sono coinvolte nella distribuzione delle polizze assicurative della compagnia, finita in gestione provvisoria a inizio febbraio con la chiamata di Alessandro Santoliquido a commissario. Sia l’incarico al manager sia il congelamento delle polizze deciso da Ivass scadranno a fine marzo ed entro quella data va necessariamente trovato un accordo tra tutte le parti interessante. In campo, come anticipato da MF-Milano Finanza, è sceso anche il ministero dell’Economia.
Generali in manovra su Liberty Seguros. Scade oggi il termine per la presentazione delle offerte non vincolanti per la controllata europea della compagnia assicurativa americana Liberty Mutual e, secondo quanto ha riportato il quotidiano economico spagnolo Expansión, per l’asset sono pronti a sfidarsi i big continentali delle polizze già presenti nel mercato iberico. Sul tavolo dell’advisor Bank of America potrebbero essere recapitate nelle prossime ore le offerte del Leone, di Allianz, di Axa, di Zurich e di Reale Seguros, compagnia danni spagnola del gruppo Reale Mutua. In ballo c’è un portafoglio premi di oltre 1,2 miliardi di euro soprattutto nell’RcAuto raccolto oltre che in Spagna anche in Portogallo e Irlanda -i tre Paesi dove Liberty Seguros opera- e che nel 2021 ha generato 50 milioni di utile netto.
Un’esposizione pressoché nulla sia sui 16 miliardi di franchi svizzeri di bond Additional Tier 1, che sono andati in fumo nelle nozze disegnate con Ubs, sia sull’equity. Gli investitori italiani possono tirare un sospiro di sollievo dopo lo tsunami Credit Suisse che si è abbattuto sui mercati al termine di un weekend di febbrili trattative per mettere in sicurezza la seconda banca elvetica. Già, perché se fra gli obbligazionisti i gruppi finanziari italiani Intesa Sanpaolo, Mediolanum, Unipol e Anima avrebbero un’esposizione vicina allo zero, quindi quasi nulla (si veda articolo a fianco), anche nel libro-soci gli azionisti con passaporto tricolore che si vedranno tagliare il valore del proprio titolo e consegnare un’azione Ubs ogni 22,48 azioni del Credit Suisse sono pochi.
Per la sola Pimco la perdita è di 340 milioni di dollari. Il gestore californiano è solo uno tra i grandi investitori scottati dall’azzeramento dei bond subordinati Credit Suisse. Tra gli altri grandi nomi spiccano l’asset manager svizzero Gam, il cui fondo Gam Star Credit Opportunities ha il 4,81% dei suoi asset investiti nel debito AT1 di Credit Suisse, Nordea, il maggior istituto finanziario della regione nordica e Lazard (7,4% del fondo Lazard Capital Fi). Seguono Franklin Templeton con il fondo FTGF WA Mcr OppBd (1,6% degli attività) e l’inglese Artemis Fund Managers (1,14%), mentre BlueBay ha scommesso su Zurigo lo 0,82% delle risorse del fondo Investment Grade Bond. A censire i bondholder che hanno investito nei 16 miliardi di AT1 emessi dalla banca svizzera e inceneriti con i provvedimenti presi domenica 19 è stata la società di analisi sui fondi Morningstar: una fotografia scattata sulla base delle più recenti informazioni rese disponibili da parte dei vari fondi, anche se non è detto che queste fossero le esposizioni al momento dell’azzeramento. Tuttavia rende l’idea della diffusione di questi strumenti presso gli investitori istituzionali. Nel segmento degli Etf invece l’esposizione nei confronti dei bond AT1 di Credit Suisse è limitata: i più coinvolti sono i fondi di Invesco e Wisdom Tree mentre tra gli etf attivi più esposti c’è Purpose.
Saranno oltre cento gli specialisti impiegati, ciascuno con una solida esperienza alle spalle maturata nella sicurezza finanziaria e informatica, affiancati da giovani neolaureati tratti dalle migliori università italiane. Alla presenza dei vertici del gruppo, ieri è stato inaugurato il Centro di Prevenzione Frodi di Poste Italiane che avrà il compito delicato di vigilare, 24 ore su 24, sulla sicurezza delle transazioni compiute negli oltre 12.800 Uffici Postali di tutto il Paese e online, attraverso le carte di pagamento, l’eCommerce e il ramo assicurativo di Poste Vita.
Nel 2023 la Commissione Europea sosterrà le autorità di vigilanza italiane nella valutazione e mitigazione dei rischi ambientali, sociali e di governance per il settore finanziario. «In un mondo che cambia, sono necessarie riforme per rendere le nostre economie più competitive, migliorare la qualità dei servizi pubblici e potenziare le nostre regioni e territori. Le riforme sono talvolta complesse, richiedono tempo e spesso richiedono competenze specialistiche per essere progettate e attuate in modo efficace. Per questo la Commissione europea ha creato il Technical Support Instrument (Tsi), a cui gli Stati membri possono chiedere aiuto», ha spiegato a MF-Milano Finanza la commissaria per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira, che ieri ha presentato il nuovo piano di interventi che saranno realizzati dagli Stati nell’arco del 2023 con il sostegno di Bruxelles. Programma illustrato all’indomani dei richiami all’Italia di un altro commissario, Paolo Gentiloni, sulla necessità di attuare il Pnrr senza perdersi in altri temi come il Ponte sullo Stretto o la flat tax.

Superbonus la detrazione si allunga fino a 10 anni. Più tempo per godere dello sconto fiscale legato al bonus 110% in dichiarazione dei redditi. La detrazione sarà portata dagli attuali 5 anni a 10. Si amplia poi la categoria delle esenzioni per il divieto di cessioni, le norme sulle barriere architettoniche continueranno a vedere l’applicazione della modalità di fruizione di detrazione e cessione crediti. Sono alcuni degli emendamenti che hanno avuto parere positivo dal ministero dell’economia e che sarà votato oggi, quando in commissione finanze della camera si avvieranno i voti sulle correzioni da inserire nella legge di conversione del dl 11/ 23 (dl blocca crediti). L’altra novità di rilievo, anticipata da ItaliaOggi di ieri, è la soluzione sulle comunicazioni delle cessioni dei crediti 2022. Con la riformulazione di un emendamento (emendamento 2.041) di Andrea de Bertoldi (FdI), relatore al provvedimento, si punta a dare più tempo ai contribuenti che vogliono comunicare le cessioni.
Emergenza climatica e costi di produzione fanno correre l’agricoltura 4.0. Nel 2022 in Italia sono cresciuti sia il mercato dei dispositivi, +31%, per arrivare a superare i 2 mld di euro (valeva 100 mln nel 2017), sia le superfici coltivate con strumenti smart che salgono all’8% del totale contro il 6% dell’anno precedente. Il 65% del valore del mercato è composto da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature. Ma sono in crescita, +15%, anche i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni e infrastrutture. Sono i numeri dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università di Brescia.
Via libera, dall’assemblea di Anima Holding, alla nomina del nuovo cda presieduto da Patrizia Grieco. Quest’ultima è in uscita dal Montepaschi, di cui è stata presidente da maggio 2020, ma si era già detta non disponibile a proseguire nell’incarico. Gli azionisti di Anima hanno inoltre confermato Alessandro Melzi d’Eril come amministratore delegato. Erano state depositate quattro liste per il rinnovo del board. La prima, depositata da Banco Bpm (azionista con il 20,6% del capitale) e guidata da Patrizia Grieco, è composta dall’a.d. Melzi d’Eril, da Gianfranco Venuti, Giovanna Torricelli e Giovanna Zanotti. La seconda lista è stata presentata da Poste italiane (11% del capitale), che ha stretto un patto di sindacato con il gruppo Caltagirone ed era composta da Maria Cristina Vismara, Fabio Corsico e Maria Annunziata. La terza lista viene da Fsi (9%), indicando Marco Tugnolo come candidato consigliere. La quarta è quella presentata dai fondi di investimento, in rappresentanza del 3,16% del capitale, e ha proposto Francesco Valsecchi, Paolo Braghieri e Karen Nahum. Sono stati dunque nominati i consiglieri Valsecchi, Grieco, Braghieri, Vismara, Melzi d’Eril, Tugnolo, Venuti, Corsico, Torricelli, Zanotti e Nahum. Cinque membri appartengono alla lista di Banco Bpm, tre a quella di Assogestioni, due a Poste-Caltagirone e uno da Fsi. L’assemblea ha anche approvato il bilancio 2022, che si è chiuso con un utile d’esercizio pari a 120,8 milioni, e la distribuzione di un dividendo di 0,22 euro ad azione.

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Si profila l’amministrazione straordinaria per Eurovita (ora in amministrazione provvisoria). Lo ha indicato il commissario della compagnia, Alessandro Santoliquido. Secondo i sindacati questa possibilità è la conferma della ricerca di una soluzione di sistema. La compagnia ha bisogno di almeno 300 milioni di capitale.
Se le Borse ieri hanno festeggiato il salvataggio del Credit Suisse, comprato domenica per appena 3 miliardi di franchi dalla rivale Ubs, si cominciano a fare i conti delle perdite in capo agli investitori che hanno acquistato i famigerati Additional Tier 1 bond (o At1), cioè obbligazioni subordinate ad alto rischio (e alto rendimento). Nel piano di fusione con Ubs, l’autorità di vigilanza svizzera Finma ha deciso infatti di azzerare bond At1 del Credit Suisse per 16,3 miliardi di franchi, salvando le azioni, contrariamente all’ordine gerarchico convenzionale previsto dalle regole sulla risoluzione delle banche. Uno strappo — duramente criticato dai regolatori europei — che ha prima stupito e poi spaventato un mercato da 275 miliardi di dollari e, infine, infiammato gli investitori del Cs, che ora valutano un’azione legale. Lo studio internazionale Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, oggi ha in programma una call con i detentori di bond per esplorare le strade percorribili per un ricorso. Ma anche gli azionisti potrebbero fare causa, su raccomandazione di Ethos Foundation, il consulente dei fondi pensioni e di altri soci rilevanti di Cs, per la vendita ad Ubs senza il voto dell’assemblea.


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Gli assicuratori D&O hanno tirato un breve sospiro di sollievo quando il governo statunitense si è impegnato a proteggere i depositanti della Silicon Valley Bank fallita la scorsa settimana. Ma nei giorni successivi all’annuncio del 12 marzo, per i sottoscrittori attenti non si è trattato necessariamente di un’attività ordinaria, sia che si occupassero di fornire assicurazioni per amministratori e dirigenti e altre coperture di responsabilità civile per le istituzioni finanziarie che per le startup tecnologiche.