Il fallimento della Silicon Valley Bank, la sedicesima più grande banca degli Stati Uniti è stato il più grande registrato sin qui dal 2008. Impossibile, quindi, che passasse inosservato, che non facesse notizia e che non producesse piccoli e meno piccoli effetti a catena sui mercati finanziari di mezzo mondo. Ma, probabilmente, il fatto che la banca in questione avesse nel suo marchio la Silicon Valley, avesse la sua sede a Santa Clara, cuore pulsante di quel quadrilatero high tech nel quale sono concentrate, in poche decine di chilometri tutte o quasi le big tech e la circostanza che si trattasse di una banca sostanzialmente specializzata in start-up hanno innegabilmente amplificato l’impatto mediatico e finanziario del suo fallimento e soprattutto acceso un grosso punto interrogativo sulla stabilità dell’intera industry digitale.
La sperimentazione di soluzioni fintech all’interno dell’ecosistema regolatorio facilitato di Bankitalia, Ivass e Consob permetterà di fornire servizi d’investimento senza autorizzazione. Ciò a patto che la sperimentazione non duri più di sei mesi (estendibili a 18). La semplificazione è prevista dal decreto Fintech discusso ieri in Consiglio dei ministri. Il provvedimento ritocca la normativa per lo spazio regolatorio protetto pensato per favorire l’innovazione nei settori bancario, finanziario e assicurativo, il cui avvio è andato a rilento. Spetterà comunque alla Banca d’Italia, all’Ivass e alla stessa Consob adottare i provvedimenti per l’ammissione nell’ecosistema protetto e stabilire i limiti della sperimentazione e la tipologia e le modalità di prestazione dei servizi d’investimento.
Si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione in Italia secondo i dati Istat definitivi del mese di febbraio. L’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua, dal +10% del mese precedente, la stima preliminare era +9,2%. La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi dei beni alimentari, lavorati e non, dei tabacchi e dei servizi, quasi tutti in accelerazione tendenziale.
Comunità energetiche rinnovabili (Cer) a rischio attacco informatico. Il mondo delle energie rinnovabili sta incrociando quello della cybersicurezza: il punto di aggancio sono le Comunità energetiche, portate all’attenzione della cronaca dalla bozza di decreto di riordino e rilancio del ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, attualmente all’esame degli organismi Ue competenti in materia di aiuti di stato (si veda. da ultimo, ItaliaOggi del 24 e 28/2/2023). Il rischio cyber, già molto elevato negli ultimi anni, sta diventando particolarmente critico per una serie di servizi importanti/essenziali a seguito del conflitto russo-ucraino, in quanto il mondo cyber è un campo di battaglia che esce fuori dai confini geografici. Gli eventi hanno indicato che anche soggetti ben attrezzati, come ministeri, aziende e banche, hanno subito attacchi che sono andati a buon fine, dimostrando che il paese non è sempre pronto a contrastare con efficacia questa minaccia. Se questo vale per le grandi realtà, che hanno competenze e risorse da investire sulla cybersecurity, la situazione è ancora più delicata per le realtà medio piccole, che molto spesso hanno risorse e competenze limitate da mettere in gioco. Su questo scenario si affacciano anche le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), sulle quali si stanno programmando importanti investimenti.
Enti pubblici e aziende private di grandi dimensioni avranno quattro mesi per adeguarsi alle nuove disposizioni sul whistleblowing. Per le aziende che impiegano meno di 250 dipendenti ci sarà invece tempo fino al 17/12/2023. Lo prevede il dlgs 10 marzo 2023, n. 24 recante «l’attuazione della direttiva n. 2019/1937 del parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali», pubblicato in G.U. n. 63 del 15/3/2023 e in vigore dal 30/3/2023. Anche se per espressa previsione dell’art. 24 del decreto, le relative disposizioni hanno effetto a decorrere dal 15 luglio 2023. Lo stesso articolo precisa che per i soggetti del privato che hanno impiegato, nell’ultimo anno, una media di lavoratori subordinati, con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato, fino a 249, l’obbligo di istituzione del canale di segnalazione interna ai sensi del decreto ha effetto a decorrere dal 17/12/2023; fino ad allora, continuerà ad applicarsi l’art. 6, comma 2-bis, lettere a) e b) del dlgs n. 231/01 nella formulazione vigente fino alla data di entrata in vigore del presente decreto (ovvero sino al 14/7/2023). Per tutti gli altri soggetti privati e pubblici le disposizioni contenute nel decreto troveranno applicazione dal 15 luglio prossimo.
Axa Italia batte il mercato
Utile netto stabile a 327 milioni per Axa in Italia. La raccolta premi nel danni supera per la prima volta i 2 miliardi (+5,7%).
Il dossier Eurovita è finito sul tavolo del nuovo Dg del Tesoro, Riccardo Barbieri Hermitte. L’obiettivo sarebbe quello di promuovere una cordata di sistema che possa coinvolgere i soggetti interessati oppure individuare una soluzione di mercato. Proprio in riferimento alla soluzione di sistema, le discussioni continuano a più livelli, ma mentre è stato riscontrato per ora uno scarso interesse delle compagnie assicurative, sono le reti distributive quelle che hanno mostrato maggior attenzione per partecipare a un salvataggio: tra le banche e le reti distributive di prodotti Eurovita ci sono il Credem, Fideuram, Fineco Bank, il gruppo Iccrea oltre a molte Bcc territoriali.
L’Italia si presenta pronta all’appuntamento con azioni e obbligazioni “tokenizzate”, grazie a un decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Una vera e propria rivoluzione che cambia il modo in cui si presenteranno in futuro (molto prossimo) alcuni degli strumenti finanziari più tradizionali che si conoscano. L’appuntamento a cui fa riferimento il Dl è quello del prossimo 23 marzo, quando i paesi europei dovranno aver pubblicato le regole nazionali che rendono applicabili negli ordinamenti nazionali il Regolamento (UE) 2022/858 relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito (Dlt pilot regime). Al Mef si stava lavorando su questo tema già dallo scorso anno, ma la fine anticipata della legislatura ha comportato un ritardo nei lavori per cui è stato necessario ora procedere alla fine con un intervento legislativo d’urgenza. Il Dl – come spiega la relazione al provvedimento – è volto a fare in modo che gli operatori italiani non subiscano uno svantaggio competitivo rispetto agli altri paesi, ma anche che l’Italia, che già era stata messa sull’avviso dalla Ue, non incappi in una procedura di infrazione.
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