Perils, società svizzera specializzata nella raccolta, analisi e diffusione di dati relativi a eventi catastrofali, ha rilasciato una prima stima dei danni assicurati causati dal terremoto di Kahramanmaras che ha colpito la Turchia e la Siria, che ammontano a circa 3,5 miliardi di dollari.

Il terremoto di magnitudo Mw 7,8 ha colpito la Turchia centro-meridionale nei pressi del confine siriano il 6 febbraio scorso, a una profondità di 10 km, proprio all’estremità sud-occidentale del sistema di faglie dell’Anatolia orientale.

La scossa ha prodotto una rottura superficiale di circa 250 km. 11 minuti dopo la prima scossa si è verificata una scossa di assestamento Mw 6.7.

Nove ore dopo, riferisce Reinsurance News, un altro potente terremoto di magnitudo 7,5 ha colpito 95 km a nord, su una faglia adiacente ma separata anch’essa all’interno del sistema di faglie dell’Anatolia orientale.

Questo secondo terremoto è avvenuto a una profondità di 15 km e ha prodotto una lunghezza di rottura in superficie di circa 90 km.

Undici province nel sud-est della Turchia sono state colpite dalla sequenza di scosse, con Hatay, Kahramanmaras, Gaziantep, Malatya e Adiyaman, le città più colpite.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, sono stati segnalati oltre 56.900 morti, 48.448 in Turchia e 8.476 in Siria, mentre si stima che 2,4 milioni di persone siano state sfollate dalle loro case.

Perils sostiene che sono stati distrutti, danneggiati o dovranno essere demoliti in Turchia oltre 160mila edifici, per un totale di circa 520mila appartamenti, cui vanno aggiunti altri edifici parzialmente danneggiati che necessitano di interventi di riparazione.

Un recente studio del Dipartimento di Economia dell’Università di Koç ha calcolato le perdite economiche complessive per la Turchia in un valore compreso tra i 70 e gli 87 miliardi di dollari.

In termini di danni assicurati, Perils afferma che la perdita del settore ammonta a circa 3,5 miliardi di dollari, che rappresenta l’evento catastrofale più costoso mai registrato nella storia della Turchia.

Le stime di Perils sono leggermente inferiori a quelle rilasciate dal modellatore di rischi Moody’s RMS e dalla società di analisi dei dati immobiliari CoreLogic, che hanno entrambe fissato le perdite assicurate a 5 miliardi di dollari, ma è in linea con le valutazioni di Hannover Re, che ha stimato i costi per il settore assicurativo tra 3,5 e 4 miliardi di dollari.

Perils spiega che l’analisi delle perdite è in linea con il tasso di coperture del settore immobiliare in Turchia, mentre non sono incluse le perdite verificatesi in Siria, in quanto la regione non è coperta dall’azienda.

Luzi Hitz, Ceo di Perils, ha detto che “i terremoti di magnitudo Mw 7.8 e Mw 7.5 causano gravi devastazioni in qualsiasi ambiente edificato. Sebbene il settore assicurativo in Turchia offra protezione per le conseguenze finanziarie di tali eventi, il tasso di copertura rimane basso, e i limiti delle coperture acquistate sono di gran lunga inferiori ai costi di ricostruzione. L’assicurazione contro i terremoti non è una sfida solo per la Turchia, ma anche per altre regioni esposte ad alta attività sismica come il Giappone o la California, dove la penetrazione assicurativa per questo rischio permane bassa”.