Il 77% delle donne italiane si dice interessata a gestire i propri risparmi nel migliore dei modi, tra cui il 38% si dichiara addirittura “molto interessata”, secondo un sondaggio nazionale[1] condotto da Moneyfarm, società internazionale di gestione del risparmio, per fare il punto sul rapporto tra la donne e i grandi temi del risparmio e degli investimenti.

Le donne che si sentono molto competenti in materia di gestione dei risparmi sono solo il 22% a fronte di un 35% che si dice per nulla preparata. Il 43% si ritiene comunque sufficientemente preparata e, soprattutto il 77% delle donne desidera approfondire il tema della gestione del denaro, un interesse molto forte nel 38% dei casi, mentre solo il 23% sembra gettare la spugna.

Il sondaggio identifica quattro macro-categorie di risparmatrici:

  1. Le “Donne da supportare” (60%): seppure il 65% e il 77% delle donne italiane si sia data la sufficienza in preparazione e interesse nella gestione del risparmio, la maggioranza delle rispondenti evidenzia di aver decisamente bisogno di una maggiore educazione finanziaria.
  2. Le “Ingaggiate” (20%): sono le risparmiatrici che si ritengono molto preparate. Per loro esiste un rischio di “overconfidence”, fattore che può portare a comportamenti di investimento non ottimali, come il fai-da-te.
  3. Le “Vorrei, ma non so” (18%): sono le risparmiatrici interessate ai temi finanziari, ma che credono di non essere abbastanza preparate.
  4. Le “Potrei, ma non voglio” (2%): sono le pochissime risparmiatrici che, pur sentendosi competenti in materia, non sono interessate ad occuparsi del loro denaro.

L’età ha un ruolo centrale nella definizione dell’appartenenza a uno di questi quattro cluster: le “Ingaggiate” sono soprattutto donne tra i 25 e i 34 anni, a cui la confidenza con la tecnologia dà ampio accesso al dibattito finanziario e agli strumenti di investimento. Più avanza l’età delle intervistate, più si riducono la padronanza delle nuove tecnologie e l’accesso ai canali di informazione digitali, con un conseguente calo sia delle conoscenze che del livello di interesse per i temi finanziari: la categoria che dichiara di avere il minore interesse e la più scarsa conoscenza è quella delle donne tra i 45 e i 54 anni.

Con l’avvicinarsi della pensione, la situazione cambia radicalmente: tra i 55 e i 64 anni tornano a crescere sia l’interesse che le conoscenze in materia finanziaria e si ricorre molto più frequentemente ai consulenti per farsi guidare in questo percorso (nel 61% dei casi contro una media del 49%).

Nell’apprendimento delle conoscenze finanziarie, un ruolo essenziale è svolto dai genitori: grazie a loro il 49% delle italiane afferma di aver acquisito nozioni di finanza e gestione del denaro. Anche la curiosità personale e la voglia di saperne di più sono fattori importanti (42%), così come il consulente finanziario (31%). Il partner e la scuola giocano, invece, un ruolo più secondario (20%) sul fronte delle conoscenze finanziarie, così come i media (19%), i siti specializzati (13%) e i social (5%).

Nonostante l’industria del risparmio sia diventata decisamente più complessa e articolata in termini di soluzioni e strumenti di risparmio e di investimento nel corso degli ultimi decenni, il 55% delle intervistate ritiene di essere più competente della propria madre per compiere delle scelte e il 51% ritiene che l’accessibilità delle informazioni renda oggi più semplice gestire i propri risparmi.

Il desiderio di indipendenza finanziaria e l’impegno a migliorare le proprie competenze accomunano la maggioranza del campione: solo una donna su dieci delega totalmente la gestione del proprio denaro ad altri, mentre il 92% delle intervistate vuole seguire in prima persona i propri risparmi, chi da sola (43%), chi affiancata da un professionista (49%). Quasi il 60% delle donne intervistate riconosce la complessità della materia finanziaria, ma è altrettanto consapevole del fatto che le conoscenze siano fondamentali per gestire al meglio le proprie finanze.

L’indagine Moneyfarm fotografa una netta maggioranza di donne (82%) che dichiara di tenere sempre sotto controllo le proprie spese dandosi un budget mensile, contro una minoranza (18%) che si rende conto a posteriori di aver speso troppo.
Il 79% del campione ritiene importante essere “formiche”, cioè risparmiare e mettere a frutto i propri risparmi, a fronte di una minoranza del 21% di “cicale”, che ammette di spendere il denaro senza curarsi particolarmente del domani.

Se entrasse improvvisamente in possesso di un extra-budget di 5.000 euro, il 33% delle intervistate opterebbe per un investimento finanziario, una scelta seconda solo al viaggio (42%), soprattutto dopo le riaperture post-Covid.

Viaggi, pensione, casa e figli: per quali obiettivi risparmiano le donne italiane

L‘approccio femminile agli investimenti è caratterizzato da uno spiccato orientamento al futuro: oltre ai viaggi, che sono il primo obiettivo per cui si risparmia, il 40% delle donne risparmia per la pensione, il 36% per l’acquisto della casa, il 27% per il benessere personale, il 23% per l’istruzione dei figli e il 16% per hobby o interessi.

Il 46% delle donne si dice soddisfatto di sapere impiegato bene il proprio capitale, mentre il 32% è contento di contribuire a costruire il proprio futuro tramite le scelte finanziarie. Tra i benefici indicati dalle intervistate ci sono anche la tranquillità data dalla sicurezza (29%) e (quando succede) dalla conta dei guadagni realizzati (21%).

Che si tratti di progetti di medio o breve termine, della pianificazione previdenziale o dell’acquisto della casa, è evidente la tensione del campione verso il futuro, un orientamento generale da cui possono derivare comportamenti e riflessioni attente in materia di risparmio, controllo delle spese e budgeting.

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[1] Sondaggio condotto in collaborazione con Smileconomy e Dogma Research su un campione nazionale di 1005 donne tra i 25 e i 65 anni, con almeno 5000 euro di risparmi.