Comprendere gli eventi e le questioni attuali richiede che si conoscano almeno i capisaldi della cultura finanziaria e si comprendano alcuni concetti economici. Tuttavia, non si può dire che il grande pubblico abbia molta familiarità con principi legati alla finanza personale e quelli legati al credito e al risparmio.

Secondo uno studio CFRR per World Bank del 2018 e come confermano le pubblicazioni di Banca d’Italia, la percentuale di adulti italiani con conoscenze finanziarie sufficienti si attesta tra il 25 e il 34%, posizionando il Bel Paese come fanalino di coda nella lista dei paesi OCSE.

Tuttavia, secondo la stessa pubblicazione a cura di Banca d’Italia del 2020, l’Italia registra una crescita di competenze rispetto alla precedente indagine. Infatti, la quota di soggetti che nel 2020 ha ottenuto un punteggio di conoscenza giudicato sufficiente dall’OCSE – da 5 a 7 – è pari al 44,3%, rispetto al 32,6% dell’indagine del 2017.

Proprio nel 2017 è stato istituito il Comitato EduFin, un organo preposto alla promozione di iniziative di sensibilizzazione al delicato tema dell’alfabetizzazione finanziaria. Il Comitato intende non solo proporre materiale per informarsi, ma anche incentivare le amministrazioni locali e i privati a creare attività volte a fini educativi.

Secondo Luca Faccini, Head of Marketing and Growth Younited Italia, è necessario fare di più, a partire dalla scuola. Le competenze economico-finanziarie sono un’abilità cruciale per gestire serenamente la propria vita quotidiana ed è auspicabile per i più giovani iniziare la propria vita lavorativa con un background formativo in questo ambito. Insegnare agli adolescenti come gestire il proprio budget, oltre all’evidente legame con l’insegnamento della matematica e dell’economia, è il modo migliore per gettare le basi per una società a proprio agio nel pronunciarsi su questi concetti, e per eliminare molti taboo che ancora permeano questioni riguardanti la gestione del denaro o la retribuzione.

Al di là di questa mobilitazione delle autorità pubbliche, la sfida giustifica un impegno equivalente da parte dei soggetti privati. Infatti, le conseguenze sociali di una scarsa conoscenza finanziaria (scoperti bancari, sovraindebitamento, truffe, ecc.) sono tali che gli attori finanziari – che sono in prima linea – devono, nella loro misura, fare la loro parte per promuovere una migliore educazione di tutta la popolazione.

Faccini ritiene che gli strumenti digitali di oggi possano giocare un ruolo fondamentale nel contrasto alla mancata educazione finanziaria, garantendo l’accesso a contenuti personalizzati e iniziative di qualità. In un momento in cui la tecnologia e la digitalizzazione guidano sempre più le famiglie nella gestione delle proprie finanze, l’educazione finanziaria è una priorità per la società tutta, sia per proteggere le persone, che per aiutarle a compiere scelte pertinenti.