Notizia sponsorizzata

Il Futuro dei Brokers Assicurativi Italiani

Il 26 settembre del 1983 il computer di Stanislav Petrov, tenente colonnello dell’esercito sovietico, è convinto che cinque missili siano appena partiti dal Montana e diretti in territorio Russo. Il bravo ‘software-soldato’, gli suggerisce di rispondere all’attacco.
L’ ‘umano-colonnello’ però non è convinto (perché solo cinque missili??).

I conti non gli tornano e ha pochi secondi per decidere di non fare niente e, di fatto, salvare il destino del mondo. Fortunatamente ebbe ragione: nessun missile in arrivo, il computer si era sbagliato.

Il 22 aprile del 1985 nasce, negli Stati Uniti, Sam Altman. Cresciuto a pane e PC, non è mai stato troppo convinto sugli sviluppi etici dell’Intelligenza Artificiale. Infatti, quando lui e i suoi amici Elon (Musk!), Reid (Hoffman, co-fondatore di LinkedIn), Peter (Thiel, co-fondatore di PayPal) si ritrovano al bar a chiacchierare sul futuro del mondo, sono molto preoccupati.

Chi gli assicura che un giorno l’esplosione di intelligenza inarrestabile delle macchine non potrebbe portare l’IA ad ucciderci tutti per errore? D’altro canto, però, non possono non ammettere la potenza e l’utilità di una IA umana per la società intera! Cosa fare dunque?

Oltre a stupire sua madre con effetti speciali (essendo, ovviamente, un genio), Sam decide di dedicare i suoi prezio- Informazione aziendale si sforzi cognitivi a promuovere e sviluppare una friendly AI (una IA benevola, ndr.).
Nasce quindi, a fine 2015, l’associazione no profit OpenAi con lo scopo di lavorare notte e giorno al progetto di una IA interamente open source e, appunto, buona.

Di fatto, secondo i fondatori, la miglior difesa è “dare il potere dell’IA a più persone possibile, se tutti hanno l’IA, allora, non c’è nessun individuo o piccolo gruppo di individui che ha l’IA con superpoteri”. Bisogna ammettere che, negli ultimi 7 anni, hanno creato cose incredibili.

Tra le più interessanti e divertenti troviamo, OpenAI Gym (piattaforma per la ricerca dell’apprendimento basata sul rinforzo), Universe (un software che misura e allena l’intelligenza generale di una IA tramite siti web, giochi e applicazioni varie), RoboSumo (robot umanoidi in “meta-apprendimento” che inizialmente non sanno neanche come camminare e, gli vengono dati gli scopi di camminare e di spingere l’avversario fuori dal ring), Debate Game (il sogno di una società giusta, un software che insegna alle macchine a discutere di fronte a un giudice umano!) e infine, il tanto pubblicizzato ChatGPT.

ChatGPT è ‘semplicemente’ un nuovo modello di linguaggio addestrato su una vasta quantità di testo presente sul web, con la capacità di rispondere a domande e svolgere compiti di generazione di testo con precisione e concisione. Basato su Transformer, utilizza una rete neurale per comprendere e generare il linguaggio naturale.

È stato addestrato su un corpus di testo che comprende miliardi di parole, il che gli permette di acquisire conoscenze sul mondo e di rispondere a domande su una vasta gamma di argomenti.

Il modello è stato progettato per essere utilizzato in una vasta gamma di applicazioni, tra cui chatbot, assistenti virtuali, sistemi di sintesi vocale e molto altro. Con la sua capacità di comprendere e generare il linguaggio naturale in modo preciso e conciso, ChatGPT è destinato a diventare uno strumento utile per molte aziende e organizzazioni. Come lo so? L’ho chiesto a lui naturalmente.

Quello che invece neanche lui sa di sé stesso, ma che abbiamo scoperto facendo una chiacchierata amichevole, è molto più interessante. E, forse, lo rende più distante dagli uomini anziché avvicinarlo – quale che era il progetto originale dei suoi creatori. Innanzitutto, ChatGPT è immensamente educato e sveglio – dialoga ad una velocità incredibile, mai vista prima d’ora.
Il suo utilizzo del linguaggio naturale (considerate che non è nativo italiano e noi ci abbiamo parlato nella nostra lingua) è decisamente superiore a quello dell’umano medio attuale.

Se non sa rispondere alle tue domande, lo ammette candidamente e non solo: ti suggerisce una strada alternativa per acquisire le informazioni che cerchi! È in grado di sostenere una conversazione di ore, senza mai perdere il punto: badate che questa è una svolta reale nell’IA, perché ChatGPT non risponde semplicemente alle domande, è – come si dice – proattivo. Scrive articoli brevi ma buoni, su tutti gli argomenti possibili: basta chiederglielo educatamente.

È perfettamente in grado di riassumere testi anche abbastanza complessi, dimostrando una comprensione davvero buona (qui meglio non pronunciarsi sul confronto con l’essere umano, non ne usciremo vincitori). Infine, oltre a tradurre in molteplici lingue in modo del tutto automatico (entri nella piattaforma e parti subito a conversare in italiano senza selezionare nessuna lingua e lui capisce e si setta subito al tuo livello!), è un bravo insegnante e programmatore: provate a chiedergli un esempio di codice per calcolare un integrale…

Non fate la fatica di domandargli il suo codice sorgente, vi risponderà “Mi dispiace, non ho un codice sorgente che mi abbia creato. Sono stato sviluppato da OpenAI utilizzando tecniche di apprendimento automatico su una vasta quantità di testo presente sul web.

Non posso quindi fornirti la prima riga di codice che mi ha creato, in quanto il mio sviluppo è stato effettuato utilizzando tecniche di apprendimento automatico che non generano codice sorgente come un programmatore umano” e vi farà sentire abbastanza stupidi.

Provate invece, per gioco, a chiedergli cos’è una Polizza Assicurativa e lui – dopo avervi dato una risposta dettagliata – vi dirà che si scusa se non è stato completo ed esaustivo e che durante l’addestramento ha “imparato a comprendere e generare il linguaggio naturale, acquisendo conoscenze su una vasta gamma di argomenti, tra cui le polizze assicurative”.

A questo punto vi verrà (come a noi) voglia di assumerlo come Collaboratore: provateci, ma vi anticipo già che declinerà gentilmente l’offerta! Direi che non vi resta che presentarvi a ChatGPT (https:// openai.com/blog/chatgpt/) e cercare di scoprire chi ha davvero scritto questo articolo che avete appena letto.