Gli italiani non investono per integrare le future, basse, pensioni: lo rileva l’inchiesta realizzata da Altroconsumo per capire come si comportano i risparmiatori di fronte al problema pensionistico.

Dal rapporto emerge infatti che solo 1 italiano su 3 si preoccupa della propria pensione dal punto di vista finanziario. I restanti 2/3 confessano che non si stanno affatto preparando, nonostante sia piuttosto diffusa la consapevolezza che la propria futura pensione non sarà in grado di soddisfare i bisogni (lo pensa il 44% degli intervistati), o ci riuscirà solo in maniera appena sufficiente (40%).

Gli italiani sono altrettanto consapevoli anche del fatto che le loro pensioni potrebbero non essere così elevate: soltanto il 20% di chi ha risposto pensa che riceverà un assegno superiore al 75% del suo ultimo stipendio: quasi il 30% pensa addirittura che non avrà una pensione, mentre un altro 20% ritiene che la sua pensione alla fine sarà meno della metà di ciò che percepisce ora in busta paga. Il 60%, inoltre, si aspetta che la pensione sarà la sua unica fonte di reddito una volta smesso di lavorare.

Gli italiani si aspettano dunque una bassa pensione, senza, per di più, poter fare affidamento su nessun’altra entrata finanziaria, ma questo non risulta sufficiente per motivare le persone ad investire in ottica pensionistica.

Tra i motivi per cui gli italiani non investono in una pensione integrativa ci sono risposte legate a principalmente alla scarsità di denaro da investire: più di 1 su 5 dice di non avere abbastanza soldi, mentre un 16% dice di avere altre priorità in fatto di spese. Significativo poi il fatto che il 20% degli intervistati crede di essere troppo giovane per iniziare a pensare a una pensione integrativa.

Il 13% degli intervistati sostiene di non sapere come investire per la pensione. Tra quelli che invece lo sanno, il 40% usa probabilmente uno strumento poco adatto a rimpinguare la propria futura pensione: il conto deposito. Il 37% investe in azioni e obbligazioni, mentre quasi 1 su 3 utilizza i Pip (prodotti pensionistici assicurativi). Un altro terzo di intervistati ha aperto invece un Fondo pensione, scegliendone uno tra quelli aperti (il 23%) o (potendo) uno chiuso (l’11%).