di Silvia Valente
Simest, parte del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, si è dimostrata fondamentale per la ripresa economica post-pandemia, fornendo alle imprese la liquidità necessaria per investire nella crescita del Made in Italy nel mondo. Dal bilancio per il 2021, approvato ieri dal cda presieduto da Pasquale Salzano, emerge la crescita sia del patrimonio netto (+4 milioni arrivando a 309 milioni) sia del margine di intermediazione (+9 milioni sul 2020 e di +27 sul 2019), che ha portato l’utile a circa 4 milioni di euro. Ma soprattutto la mobilitazione e la gestione record delle risorse da parte di Simest: oltre 9,3 miliardi di euro, in rialzo del 115% sul 2020, a favore di circa 11.300 imprese (+253%) di cui ben il 96% pmi. L’operatività della società, guidata da Mauro Alfonso, risulta positiva sia per gli strumenti per l’internazionalizzazione quanto per quelli di supporto all’export. Da un lato, sono stati impiegati 4,3 miliardi di euro, il 277% in più rispetto al 2020. La netta maggioranza (3,4 mld) sono finanziamenti agevolati a valere sul Fondo 394, gestito con il Maeci (+224% sull’esercizio precedente e +1.075% sul pre-Covid). Proprio al Fondo 394 il Pnrr ha assegnato 1,2 miliardi per supportare le imprese nella transizione digitale e green, di cui sono stati già erogati 751 milioni a 5.212 pmi, oltre il target iniziale. Dall’altro lato, Simest ha mobilitato 5 miliardi (+58% sul 2020), attraverso il Fondo 295/73, sempre in sinergia con il Maeci. Le operazioni di credito acquirente ne costituiscono la quasi totalità (4,6 mld) ma quelle di credito fornitore sono cresciute di più. (riproduzione riservata)

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