L’ISTITUTO GUIDATO DALL’A.D. ORCEL HA AVVIATO REVISIONE URGENTE BUSINESS
di Giacomo Berbenni
UniCredit sta valutando l’uscita dalla Russia ed è stata avviata una revisione urgente del business nel paese. «Abbiamo necessità di considerare seriamente l’impatto, le conseguenze e la complessità» di questo percorso di exit, ha annunciato l’a.d. Andrea Orcel. Allo stesso tempo la banca intende sostenere i 4 mila dipendenti e le aziende europee che operano in Russia. L’istituto di piazza Gae Aulenti è presente nel paese dal 2005 e ora ha istituito un team di esperti che hanno definito piani di emergenza per proteggere il personale operativo nell’area, i clienti in tutta Europa e gli azionisti.

UniCredit Bank Russia aveva una posizione creditoria autofinanziata di 7,8 miliardi di euro a fine 2021, Rwa per 9,4 miliardi e un patrimonio netto di 2,5 mld. Al netto delle coperture sui cambi l’esposizione diretta a UniCredit Bank Russia si riduce a circa 1,9 miliardi. Nei giorni scorsi l’istituto, attraverso un’ampia disclosure al mercato, aveva fatto sapere che l’esposizione cross border nei confronti della clientela russa ammonta a 4,5 miliardi di euro, al netto delle garanzie di un miliardo da parte di Export Agencies pubbliche non russe, rappresentando circa 3 miliardi di euro di Rwa. L’esposizione è quasi interamente verso le principali multinazionali russe, per lo più in valute euro e dollaro. Le controparti impattate dalle sanzioni rappresentano meno del 5% dell’esposizione cross border complessiva.

Le principali esposizioni del portafoglio sono per il 30% verso il petrolio e il gas, il 20% ciascuno verso i trasporti e i macchinari-metalli, il 10% verso i prodotti chimici, l’8% verso le istituzioni finanziarie e la parte residua verso un mix di altri settori. L’istituto, inoltre, ha un’esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe di circa 300 milioni di euro al netto del collaterale. La massima perdita potenziale, nel caso in cui il rublo si approssimi allo zero, è di un miliardo di euro.

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